Quando ci troviamo in uno stato di apparente sicurezza, qualsiasi cambiamento, anche se potenzialmente migliore per le nostre vite, può suscitare timore. La prospettiva di un nuovo lavoro, l'idea di lasciare il proprio paese natale o il desiderio di seguire la nostra vera vocazione, scatenano in noi la paura del cambiamento.
Solitamente ci aggrappiamo a ciò che abbiamo costruito, all'identità che ci siamo cuciti addosso negli anni, credendo che questa sia una parte inseparabile di noi stessi. Chi di noi non ha mai incontrato qualcuno con una passione intensa, ma che esita a trasformarla in una professione per paura di sfidare la propria identità lavorativa? O magari conoscete chi, nonostante le difficoltà finanziarie, continua a spendere eccessivamente solo per mantenere un'immagine di successo e prosperità.
Evitiamo spesso di compiere scelte e azioni che minacciano la visione di noi stessi, a prescindere da quanto possano essere vantaggiose per la nostra esistenza. In modo quasi automatico, optiamo per ciò che ci è familiare, per decisioni che confermano le nostre convinzioni e il nostro ego.
Ora, una domanda sorge spontanea: Ci conosciamo per chi siamo davvero, o solo attraverso l'immagine che mostriamo di noi stessi?
Conoscersi significa esplorare profondamente la nostra vera natura, e spesso questa esplorazione è ben distante dall'immagine che costruiamo di noi stessi. Perché nel creare un'immagine di sé, tendiamo a concentrarci sulla versione di noi che consideriamo la migliore, la più attraente, la più comoda o quella che gli altri ci hanno suggerito. In questo modo, rischiamo di identificarci come l'uomo ambizioso in carriera, il sofferente incompreso, la donna che deve farcela in tutto, la ragazza con tatuaggi e piercing ribelle, l'artista instabile, il nerd informatico senza vita sociale, convinti che non possiamo essere diversi.
Rinunciare alla propria identità significa essere costantemente disposti a mettere in discussione chi siamo e cosa vogliamo. Questo ci spinge verso strade inesplorate, ci spinge a sperimentare e ad essere aperti alle infinite possibilità della vita.
Senza mettere in discussione noi stessi, non possiamo crescere e migliorarci. Scegliendo l'opzione più ovvia, non avremo mai l'occasione per metterci alla prova e per riconsiderare i nostri valori e le nostre idee.
Rimanendo ancorati alla nostra identità, la nostra visione del mondo rimarrà limitata.
Le etichette e i parametri che utilizziamo per definire la nostra realtà possono avere un impatto profondo sulle nostre vite. Possono sia sminuirci che elevarci, possono intrappolarci in una visione ristretta e distorta della realtà; possono crearci ansia, aspettative e preoccupazione.
Per esempio, supponiamo che tu sia riconosciuto come un maestro culinario; in questo caso, è probabile che la tua identità sia strettamente legata a questa eccezionale abilità. Allo stesso modo, se sei noto per aver vinto un prestigioso concorso di bellezza, la percezione che il pubblico ha di te potrebbe essere principalmente centrata sulla tua bellezza fisica.
Questa condizione spesso porta a una pressione costante per dimostrare in modo continuo la propria competenza e il proprio talento, oppure a comportarsi in conformità alle aspettative degli altri.
Se rinunciamo all'idea di essere eccezionali e accettiamo che potremmo non essere i migliori, allora saremo liberi di sperimentare, di ambire a nuovi traguardi e di accettare il rischio di fallire. Nel momento in cui smettiamo di prendere noi stessi troppo sul serio e decidiamo di non dare eccessiva importanza alla voce della nostra identità, otteniamo la libertà di reinventarci e compiere azioni che potrebbero cambiare la nostra vita in modo sorprendente.
Allentando la presa sulla nostra identità, diventiamo liberi di essere chi vogliamo essere.
Non ti sto suggerendo di non impegnarti o di non perseguire l'eccellenza, ma piuttosto di essere meno rigido e certo di te stesso, di non idealizzare chi sei e di non dover dimostrare costantemente agli altri il tuo valore. Rimanere umili e in uno stato di non competizione, ridurrà il nostro ego e ci eviterà di sentirci vittime solo perché non riceviamo l'attenzione e il riconoscimento che pensiamo di meritare.
E se vi state chiedendo chi sareste senza gli attributi che oggi vi definiscono, la risposta è semplice. Sareste persone libere di plasmare la vostra vita secondo i vostri desideri, pronti a evolvervi, a crescere e a scoprire appieno le vostre reali capacità.
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Lavoro nel mondo digitale.
Negli ultimi otto anni ho intrapreso numerose sfide personali e imprenditoriali. Ogni giorno mi impegno affinché la mia quotidianità sia il riflesso del mio desiderio e non una passiva routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
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