Nel grande gioco della vita, c'è una regola inoppugnabile: niente e nessuno è eterno!
Da quando facciamo il nostro debutto nel mondo, inizia il nostro personale conto alla rovescia verso il più grande mistero della vita: la morte. Sia che stiamo affrontando le vette pericolose dell'Everest o ci godiamo una serie tv sul divano di casa, ci avviciniamo costantemente a questo incontro.
La morte è il mix di tutte le nostre paure preferite: l'ansia dell'ignoto, la prospettiva della perdita dei nostri affetti e dei nostri beni e il timore del dolore fisico. La morte è il mistero universale che nessuno ha mai svelato, e rifletterci può portarci alle paure più irrazionali, come ad esempio: Cosa accadrà al mio account Instagram una volta che non sarò più qui?
Possiamo immergerci nei trend più recenti sui social sperando che l'ultimo balletto di tendenza ci faccia dimenticare il nostro "appuntamento" immancabile. In alternativa, possiamo concentrarci sulle nostre più egocentriche ambizioni di diventare ricchi e popolari, oppure potremmo cercare di accettare serenamente la situazione e imparare a conviverci.
La vita non è la negazione della morte, ma un suo capitolo. La paura della morte non dovrebbe limitarci, bensì motivarci a lottare per ciò che amiamo, persino per l'ultima fetta della nostra pizza preferita che giace sola nella scatola!
Molti, inconsapevolmente, si trovano intrappolati in una sorta di limbo, in attesa di un momento magico in cui saranno più preparati, più ricchi o finalmente avranno più tempo per inseguire i propri sogni, ma questo momento potrebbe non arrivare mai, mentre la vita scorre inesorabile.
Io mi chiedo:
Se avessimo un tempo infinito, perché dovremmo sforzarci oggi?
Avremmo sempre il tempo di perseguire i nostri obiettivi.
Con una vita illimitata, cosa ci spingerebbe a dedicare momenti alle persone care e a cogliere ogni opportunità?
Avremmo sempre spazio per incontrarle e condividere momenti con loro.
Vivere per l'eternità avrebbe senso se ciò ci portasse a rimandare la vita stessa?
L'immortalità potrebbe rivelarsi noiosa. Non avremmo la necessità né l'interesse a organizzare e vivere al meglio il nostro tempo.
La morte, nonostante sembri l'antagonista principale della vita, è in realtà la maestra che ci insegna a viverla.
La morte ci ricorda quanto sia fragile l'esistenza umana, spingendoci a vivere con gratitudine, senza dare nulla per scontato. La morte ci insegna l'importanza delle relazioni e a coltivarle con cura.
L'unico timore che dovremmo avere è quello di non assaporare appieno la vita, rischiando di concludere il nostro percorso senza ricordi e avventure.
Un giorno chiesi a mia nonna, gravemente malata, se avesse paura della morte. "Non ho paura," disse con calma e con il suo sorriso rassicurante, "perché ho vissuto una vita felice".
Siamo accomunati dall'inevitabile fatto di dovere morire, ma possiamo distinguerci nel modo in cui viviamo la vita e nel non aver rimpianti.
Per questo motivo, dovremmo concentrarci maggiormente sulla qualità della nostra esistenza, sulle esperienze che accumuliamo e sulle relazioni che coltiviamo. Dovremmo dare un senso alla nostra timeline ed essere felici, piuttosto che lamentarci e preoccuparci di ciò che potrebbe accadere dopo la morte.
Se è importante avere obiettivi a lungo termine, è altrettanto necessario cogliere il momento presente.
Gestire il tempo con saggezza diventa cruciale, e la morte ci sprona a non procrastinare nel perseguire i nostri sogni.
Non possiamo sfuggire al corso della natura, ma possiamo scegliere come vivere fino alla nostra uscita di scena.
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Lavoro nel mondo digitale.
Negli ultimi otto anni ho intrapreso numerose sfide personali e imprenditoriali. Ogni giorno mi impegno affinché la mia quotidianità sia il riflesso del mio desiderio e non una passiva routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
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