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Punto di svoltaIl momento in cui smetti di aspettare e inizi a vivere davvero

Punto di svolta, Cambiamento, Vivere il presente, Consapevolezza
Pillola N. 98
Foto di Andrea Mangano
Autore
A. Mangano
Intro alla pillola

La maggior parte delle persone non cambia finché cambiare non diventa inevitabile.

Fino ad allora, sopportano, giustificano, si raccontano che va bene così.

Quanto deve fare male prima di smettere di chiamarlo "normale"?

C'è un momento, preciso anche se invisibile, in cui tutto cambia. Non perché siamo pronti, coraggiosi o perché le stelle si allineano. Cambia perché siamo stufi di sopportare e accontentarci di sopravvivere.

Alcuni lo chiamano "punto di svolta", come se fosse una scena epica da film, con la musica che sale e una luce divina che ti colpisce in faccia. In realtà, spesso arriva mentre sei in mutande, con una fetta di pizza fredda in mano, in piedi in cucina, incastrato tra una riunione e un'altra.

A me è successo in un giorno qualunque. Ero lì, sommerso da scadenze, con l'agenda che sembrava un campo minato e la sensazione soffocante che la mia vita fosse diventata una to-do list infinita.

Poi ho pensato: "E se non tornassi più in quell'ufficio?"

Ed è stato come accendere la miccia di un candelotto di dinamite. Un pensiero piccolo, quasi innocuo, ma che una volta innescato non puoi più ignorare. Tic, tic, tic… boom! Qualche settimana dopo ho mollato tutto. Non perché avessi un piano geniale nascosto nel cassetto, ma perché ero arrivato al limite.

La consapevolezza è il primo vero punto di svolta.

Quando tocchi quel fondo emotivo, restare fa più paura che buttarsi nel vuoto.

Ogni giorno in cui restiamo fermi, ogni volta che ci diciamo "non è il momento", non stiamo evitando di fallire, stiamo evitando di vivere davvero.

L'attesa è la forma più subdola di autosabotaggio. Perché la verità è che non saremo mai completamente pronti. Nessun libro, corso o mentore potrà darci il via libera definitivo. Arriva solo quel momento in cui bisogna dire “fanculo” e buttarsi.

Io ho aspettato tre anni.
Tre anni passati a prepararmi, a cercare scuse, a illudermi che servisse solo il momento giusto.
In realtà, stavo solo chiedendo a me stesso di accontentarmi — mentre alimentavo in me la paura del cambiamento.

La zona di comfort non è davvero comoda. È solo familiare.

Ed è proprio questo a renderla pericolosa: sappiamo cosa ci aspetta, magari non è piacevole, ma ci siamo abituati. Non fa meno male — semplicemente fa meno paura, perché lo conosciamo già.

Pensa a quante persone conosci che si lamentano della loro vita ma non fanno nulla per cambiarla. Non è mancanza di forza. Preferiscono un dolore noto a un cambiamento incerto.

La paura a volte ci protegge, altre volte ci blocca. Non ha sempre a che fare con un pericolo reale, ma con il giudizio, con le aspettative, con quella voce che sussurra che non siamo abbastanza.

Il punto di svolta arriva quando smettiamo di lasciarci governare dalla paura.

Lei resta, ma non comanda più.

È lì che iniziamo a lasciar andare la versione stanca di noi stessi e cominciamo a costruirne una nuova.

Ci fanno credere che serva motivazione per agire, che servano certezze. Cazzate! La motivazione è instabile e le certezze non esistono. Fai ciò che va fatto anche quando non ti va. Soprattutto quando non ti va. Perché non puoi più sopportare, ma anche perché ci credi davvero.

E sai la cosa bella? Superato il primo ostacolo, gli altri fanno meno paura. Non perché cambiamo, ma perché comprendiamo che il disagio non ci uccide. Ogni volta che lo affrontiamo, diventiamo più forti e capaci di adattarci.

Ma ecco la verità scomoda: giungere ad una svolta non sistemerà le cose.

Almeno non subito. Ci sentiremo persi, spaventati, confusi. Ma ci sentiremo vivi. E vivere nel caos è meglio che morire lentamente in una vita ordinata e prevedibile.

La realizzazione personale non nasce dal conform, ma dalla crescita. Dal sapere che stai andando verso chi vuoi diventare, anziché restare incastrato in chi sei sempre stato.

La maggior parte delle persone vive come se avesse una seconda possibilità. Aspetta di avere più soldi, più esperienza, più certezze. Ma non c'è nessuna prova generale. C'è solo questo momento. E intanto che aspetti… sta passando!

La vera svolta è quando realizziamo che la vita è ora.

La svolta può accadere in qualsiasi momento, quando smettiamo di rimandare e iniziamo ad essere davvero consapevoli e presenti.

Quindi, la prossima volta che quella vocina ci dice che è ora di cambiare, diamole ascolto. Non aspettiamo di essere del tutto pronti. Non serve. Prendiamo una decisione. Una piccola, folle, inevitabile decisione. E muoviamo un passo avanti.

Questa è la rivoluzione che conta: quella che ci cambia. E quando cambiamo, inevitabilmente, cambia tutto il resto.

Il tuo punto di svolta è lì. Non chiederti se sei pronto.
Chiediti: quanto sei stanco di restare dove sei?

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Prendi qualche minuto per riflettere e rispondere a queste domande. Potrebbero darti una consapevolezza nuova su te stesso e sulla tua vita.

  • 1. Sto sopportando la mia condizione di vita solo perché mi è familiare?
    Sì, ma sto iniziando a rendermene conto. E questo già cambia le cose.
    No, l'ho scelta con consapevolezza. E ogni giorno la metto in discussione.
    Sì, perché il cambiamento mi spaventa più del malessere che provo ora.
    No, mi sono convinto che questa sia l'unica strada possibile. Anche se non lo è.
  • 2. Sto vivendo o sto solo resistendo?
    Vivo. Faccio scelte, anche scomode, ma sono mie.
    Un po' entrambe. Ma ogni volta che resisto, imparo qualcosa che mi spinge a vivere meglio.
    Resisto. Mi alzo, faccio il mio dovere, poi crollo. Tutto qui.
    Sto sopravvivendo con stile. Ma dentro, qualcosa si sta spegnendo.
  • 3. Quanto altro tempo della mia vita sono disposto a sprecare inseguendo obiettivi che non mi identificano?
    Ho già iniziato a mollare ciò che non parla di me. E non intendo tornare indietro.
    Poco. Sto disegnando una traiettoria nuova, anche se fa paura.
    Quanto basta per non deludere le aspettative degli altri.
    Finché la paura di restare senza niente sarà più forte della voglia di sentirmi vero.
  • 4. Se domani tutto finisse, sarei fiero delle scelte che sto facendo oggi?
    Sì, non perché siano perfette, ma perché sono sincere.
    In parte. Ma sto aggiustando la rotta ogni volta che posso.
    No. Sto vivendo una vita più adatta agli altri che a me stesso.
    Nemmeno un po' Ma continuo a dirti che "prima o poi" cambierò.
  • 5. La mia vita è già pronta per cambiare e sono io a non esserlo?
    Sì, ma sto imparando a muovermi anche nella paura.
    La sento pronta. E sto cercando il coraggio di raggiungerla.
    Sì, ma continuo a cercare scuse per restare dove sono.
    La verità? Ho più paura di fallire che di vivere una vita vuota.
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Foto di Andrea Mangano

Andrea Mangano

Lavoro nel mondo digitale.
Negli ultimi otto anni ho intrapreso numerose sfide personali e imprenditoriali. Ogni giorno mi impegno affinché la mia quotidianità sia il riflesso del mio desiderio e non una passiva routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore di UNxCENTO.
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