Siamo così occupati a riempire ogni minuto che ci siamo dimenticati come si fa a stare fermi.
Nel silenzio ci sentiamo persi, come se valessimo meno.
E se fosse proprio la noia a salvarci dalla frenesia che ci sta consumando?
Era una giornata d'inverno. Non pioveva, non c'era sole. Solo quel cielo spento che ti fa venire voglia di restare immobile. E infatti, ero bloccato sul divano di casa. Occhi sulla TV, cervello spento. I soliti programmi inutili in sottofondo.
Avevo appena chiuso un progetto impegnativo per la mia azienda e non c'era nessun nuovo incarico in arrivo. Così, per una volta, mi ero concesso un periodo di ferie prolungato. Niente lavoro, niente piani, niente da rincorrere. Una rarità.
Avevo lasciato il computer a casa dei miei. Lo smartphone lontano, fuori portata. Niente mail, niente notifiche.
Il piano era semplice: rilassarmi e trarre beneficio da quella pausa lavorativa.
Ma accadde che, dopo i primi giorni di pace, sopraggiunse un senso di vuoto. Quella fastidiosa sensazione di sprecare tempo. Ansia da inattività. Come se stessi facendo qualcosa di sbagliato solo perché non stavo "facendo" niente di tangibile e "produttivo".
La realtà era lampante: non ero più capace di stare fermo senza nulla da fare.
Viviamo dentro un loop che ci ha convinti che il valore di una giornata si misura nel numero di cose abbiamo fatto, prodotto, ottimizzato.
La noia, invece? È diventata il nemico. Il sinonimo di fallimento, di pigrizia, di disconnessione dalla realtà.
Eppure, quando smettiamo di rincorrere tutto quello che dovremmo fare, succede qualcosa.
Il cervello si accende. Ma sul serio.
Quando non siamo distratti da mille stimoli, parte la famosa "Default Mode Network" – sì, c’è un nome figo per dire che la mente inizia a fare quello che fa meglio: pensare per conto suo.
Riflessione, immaginazione, empatia, creatività.
È lì, nel vuoto, che si formano connessioni inaspettate. Intuizioni. Soluzioni che il pensiero razionale non vede nemmeno con il binocolo.
Ed è stato proprio in quei giorni di stop – quando mi ero ufficialmente rotto di dormire e mangiare biscotti a caso – che mi sono annoiato per davvero.
E in quella noia, boom: l'idea del blog. Le Pillole di consapevolezza. Tutto è partito da lì.
Perché la noia, quella vera, fa spazio.
Spazio a idee nuove. Spazio a cose che non sapevi nemmeno di avere dentro. Spazio per te.
Oggi, quei momenti li cerco di proposito. Li chiamo "Appuntamenti con il nulla". Sì, suona assurdo. Ma funziona.
Non servono per "produrre" qualcosa di specifico. Solo per stare con me stesso, osservare, lasciare che qualcosa emerga.
Non è facile. La tentazione di riempire tutto – un attimo libero, un'attesa – è forte. Lo smartphone è sempre lì, pronto a tappare ogni buco.
Ma forse è proprio questa la ragione: abbiamo paura della noia perché abbiamo paura di stare soli con noi stessi.
Paura del silenzio. Paura di guardarci dentro e non trovare nulla. Nessuna passione, nessun sogno, nessun pensiero originale.
E se non sappiamo più annoiarci, forse è perché non sappiamo più ascoltarci.
Se avete un pomeriggio vuoto o un'ora morta in aeroporto, non correte a riempirla. Lasciate che il tempo scorra. Che la mente vaghi. Aspettate.
Aspettate che qualcosa venga a galla. A volte è un'idea. A volte è solo una sensazione nuova. A volte è una consapevolezza su se stessi o sulla propria vita.
Altre volte, è solo il piacere – raro – di esistere senza un motivo preciso.
Annoiarsi non è perdere tempo. È lasciarsi spazio.
E magari, proprio in quel vuoto che evitiamo come la peste, possiamo trovare ciò che davvero stavamo cercando.
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Lavoro nel mondo digitale.
Negli ultimi otto anni ho intrapreso numerose sfide personali e imprenditoriali. Ogni giorno mi impegno affinché la mia quotidianità sia il riflesso del mio desiderio e non una passiva routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
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