Pillola 72

Il silenzio interioreTrovare chiarezza nel caos quotidiano

Autore della Pillola
Autore
A. Mangano
Intro alla pillola

Il ritmo frenetico della vita moderna ci inonda di stimoli, generando un "rumore" che ci assorbe completamente.

Questo frastuono ci impedisce di essere consapevoli e di vivere in armonia con i nostri desideri più autentici.

Cosa accadrebbe se riducessimo il disturbo esterno per ascoltare in silenzio la nostra voce interiore?

Fermatevi un attimo. Dai, sul serio, fermatevi. Chiudete gli occhi e ditemi: cosa sentite? Il vibrare di quel maledetto telefono che non si riposa mai? La televisione che continua a blaterare anche quando nessuno la guarda? O magari quella vocina nella testa che non smette un secondo: "Che ore sono? Ho risposto a Giulia? Madonna, la bolletta del gas!"

Ecco, bravi. Benvenuti nel 2025, dove il silenzio è diventato più raro di un politico onesto. Viviamo immersi in una cacofonia che farebbe invidia a una banda di paese ubriaca: ping, bip, notifiche, suonerie, il vicino che urla al telefono, la pubblicità che ti insegue pure nei sogni.

E noi cosa facciamo? Ci convinciamo che tutto questo casino significhi essere vivi. "Eh, sono connesso, faccio parte del mondo!" Ma connessi a cosa, scusate? Al nulla cosmico?

La verità è che stiamo affogando nel rumore.

E sapete qual è il bello? Che ce lo siamo cercato. Gridiamo, postiamo foto del pranzo, facciamo casino per paura che il mondo si dimentichi di noi. Come quei bambini che urlano al supermercato per attirare l'attenzione. Solo che noi lo facciamo a quarant'anni suonati.

Ma poi arriva il silenzio. E lì, amici miei, lì sono dolori.

Perché il silenzio è come uno specchio spietato: non puoi più nasconderti.

Non c'è più la scusa del telefono che squilla, del programma televisivo che ti distrae, del collega che ti rompe le scatole. Rimani tu, con te stesso. E a volte quello che vedi non ti piace tanto.

Meglio il casino di fuori che il confronto con quello di dentro. Solo che è un po' come mettere la musica a palla per non sentire i vicini che litigano: prima o poi dovrai spegnere tutto.

E indovinate dove si nasconde il senso della vita che cerchiamo disperatamente?

Nel silenzio. Proprio lì dove non vogliamo mai andare.

Il silenzio non è quel buco nero che pensate, è pieno di risposte. È lì che finalmente quella vocina interiore può parlare senza dover competere con il mondo esterno: "Ehi, psst, sono io, la tua consapevolezza. Ti ricordi di me? Ecco chi sei veramente."

Ma attenzione, non è che basta scappare in montagna per trovare la pace. Potreste essere sui picchi dell'Himalaya con solo il vento come compagnia, ma se dentro la testa avete ancora il casino del mercato del pesce, buonanotte.

Ma sapete cosa? Vale la pena provarci. Perché nel silenzio interiore troviamo noi stessi. E in un mondo dove tutti si mascherano da qualcun altro, trovare se stessi è un miracolo degno di Lourdes.

Allora, la prossima volta che vi sentite sopraffatti da tutto questo casino, fate una cosa: spegnete tutto. Proprio tutto. Il telefono, la tv, qualsiasi cosa che fa rumore. Chiudete gli occhi, respirate come se foste appena nati, e lasciate che i pensieri facciano il loro corso. Non combatteteli, non trattenete niente. Guardateli passare come le nuvole in cielo: arrivano, si fermano un po', poi se ne vanno.

E nel silenzio che resta, forse sentirete finalmente la vostra voce. Quella vera, non quella che urla per farsi notare. Perché il silenzio, credetemi, racconta più verità di tutto il casino che ci circonda.

© Riproduzione riservata - 03/09/2024
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Tag: Silenzio interiore, Autenticità, Confronto con se stessi, Consapevolezza

Autore della Pillola
Andrea Mangano

Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.

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Prendi qualche minuto per rispondere a queste domande. Potrebbero darti una consapevolezza nuova su te stesso e sulla tua vita.

Domanda 1
Riesco a trovare momenti nella mia giornata in cui posso davvero staccare da tutto e concentrarmi solo sul mio respiro e sui miei pensieri?
  • Sì, riesco a ritagliarmi momenti di quiete quotidiani che mi aiutano a riconnettermi con me stesso.
  • A volte sì, soprattutto quando riesco a gestire bene le mie priorità.
  • Faccio fatica a trovare il tempo e spesso mi sento sopraffatto dalle attività quotidiane.
  • No, mi sembra impossibile staccare dalla frenesia della mia giornata.
Domanda 2
Quando mi fermo per cercare il silenzio interiore, quali pensieri o emozioni emergono? Riesco a osservarli senza farmi travolgere?
  • Riesco a osservare i miei pensieri con distacco, accettandoli senza giudicarli.
  • In alcuni momenti riesco a mantenere la calma e a lasciare andare le emozioni che emergono.
  • Mi ritrovo spesso a rimanere intrappolato nei miei pensieri, incapace di lasciarli andare.
  • Le emozioni che emergono sono troppo forti, e spesso mi lasciano turbato e agitato.
Domanda 3
In che modo il confronto con me stesso durante questi momenti di silenzio mi sta aiutando a capire meglio le mie paure, desideri e obiettivi?
  • Sto riuscendo a identificare con chiarezza le mie paure e desideri, e a lavorarci sopra.
  • A volte emergono nuove consapevolezze che mi aiutano a rivedere i miei obiettivi.
  • Mi sento spesso confuso e non riesco a mettere a fuoco ciò che veramente voglio.
  • Non riesco a confrontarmi in modo produttivo con me stesso, mi sento bloccato.
Domanda 4
Quando pratico il silenzio interiore, riesco a percepire una maggiore chiarezza mentale che mi permette di affrontare le sfide quotidiane con più lucidità?
  • Sì, il silenzio interiore mi dà una lucidità che mi aiuta a prendere decisioni più sagge.
  • In molti casi, sento che la pratica mi rende più lucido e centrato.
  • La mia mente rimane confusa anche dopo aver cercato il silenzio interiore.
  • Non riesco a percepire una chiarezza mentale significativa, anche dopo aver praticato.