Fare acquisti ci illude di essere liberi, di avvicinarci ai nostri sogni e avere controllo sulla nostra vita.
Tuttavia, questo ci spinge a comprare beni oltre le nostre possibilità, che non migliorano davvero la nostra esistenza.
Quanto tempo e libertà ci costa, in realtà, un bene di lusso?
Devo confessarvi una cosa: parlare di soldi mi fa venire l'orticaria. Sul serio, è una di quelle cose che preferirei evitare, tipo le riunioni di condominio o i matrimoni dei cugini di terzo grado. Però poi mi sono reso conto che se non ne parliamo, rischiamo di combinarla grossa. E per grossa intendo proprio grossa, tipo ritrovarsi a quarant'anni che ancora stai pagando la Play Station che ti sei comprato a venti.
Il problema è che con i soldi abbiamo un rapporto un po' malato. Li trattiamo come se fossero la risposta a tutti i nostri problemi, quando in realtà spesso sono proprio loro il problema.
È un po' come quando da bambini pensavamo che da grandi avremmo mangiato gelato a colazione tutti i giorni, e poi hai scoperto che se lo fai davvero dopo una settimana hai il diabete.
Vedete, il denaro dovrebbe essere come un buon amico: utile quando serve, ma che non ti rompe le scatole quando non c'è bisogno.
Invece no, noi ne abbiamo fatto una specie di divinità pagana a cui sacrificare la nostra sanità mentale.
Prendiamo Giuseppe - chiamiamolo Giuseppe, che è un nome che va sempre bene. Giuseppe prende 1.500 euro al mese, giusto? E che fa? Si compra una macchina da 50.000 euro. Ma Giuseppe, dico io, hai presente che i conti dovrebbero tornare? È come se io, che peso 80 chili, decidessi di indossare una taglia 44. Tecnicamente è fattibile, ma poi sto male tutto il giorno.
Giuseppe adesso è felice per un paio di settimane, poi inizia il dramma. Perché quella macchina mica si mantiene da sola, eh. Ha bisogno di benzina, assicurazione, tagliandi, e Giuseppe che fa? Si alza al mattino e invece di pensare "Che bella giornata", pensa "Madonna, la rata".
E qui casca l'asino, come si dice dalle mie parti.
Perché noi compriamo le cose convinti che ci renderanno felici, ma in realtà ci stiamo comprando i problemi.
È come andare al supermercato per comprare la felicità e tornare a casa con un cartone di preoccupazioni.
Il bello è che poi ci convinciamo di essere liberi. "Io faccio quello che voglio con i miei soldi!" Sì, Giuseppe, però poi per i prossimi cinque anni fai quello che vuole la banca, che non è esattamente la stessa cosa.
Ma guardate che non sto facendo il moralista, eh. Non è che bisogna vivere come gli eremiti del deserto. È che bisogna usare il cervello, ecco tutto.
Se vuoi fare un prestito per studiare, per imparare qualcosa che ti serve, per fare un investimento serio, bene. Ma se lo fai per comprare l'ennesimo aggeggio che "ti cambierà la vita", allora magari fermiamoci un attimo e pensiamoci.
Il punto è questo: i soldi dovrebbero servirci per vivere meglio, non per fare scena al semaforo. Dovrebbero darci tempo, non togliercelo. Dovrebbero renderci più liberi, non più schiavi.
E qui viene il bello: sapete qual è il trucco per essere più liberi?
Spendere meno. Lo so, sembra una stronzata, ma vi assicuro che funziona.
Ogni volta che non compri quella cosa che non ti serve davvero, stai mettendo da parte un pezzetto di libertà per il futuro.
Non dico di vivere come Zio Paperone che conta le monete, ma magari prima di comprare l'auto da 50.000 euro quando ne guadagni 1.500, chiediti: "Ma ne ho davvero bisogno o sto solo cercando di impressionare qualcuno?" E se la risposta è la seconda, allora magari ripensaci.
Perché vedete, la vera figaggine non sta nell'avere la macchina più grossa del quartiere. La vera figaggine sta nel potersi alzare la mattina e dire: "Oggi faccio quello che mi pare, perché non devo niente a nessuno".
Quello sì che è figo. Il resto sono solo lucine che brillano per un po' e poi si spengono, lasciandoti al buio con il conto da pagare.
E allora, che facciamo? Continuiamo a correre dietro alle cose che non ci servono, o iniziamo a correre verso quello che ci serve davvero? Tipo la libertà, la serenità, il tempo per le persone che amiamo.
Perché alla fine, quando saremo vecchi e rimbambiti, non ci ricorderemo della marca delle scarpe che portavamo, ma di come ci siamo sentiti. E vi assicuro che sentirsi liberi è molto meglio che sentirsi fighi per cinque minuti al centro commerciale.
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Tag: Indipendenza finanziaria, Scelte consapevoli, Stile di vita, Eliminare il superfluo
Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.
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