Pillola 40

Rinunciare alla propria identitàLa cura per essere liberi dall'immagine che ci rappresenta

Autore della Pillola
Autore
A. Mangano
Intro alla pillola

Siamo spesso prigionieri di un'immagine che non ci appartiene, ma che ci sforziamo di mantenere per compiacere gli altri.

Questo ruolo costruito soffoca la nostra autenticità, lasciandoci intrappolati in ciò che pensiamo di dover essere.

Se lasciassimo andare questa immagine, cosa troveremmo dentro di noi?

Quando ci troviamo in uno stato di apparente sicurezza, qualsiasi cambiamento, anche se potenzialmente migliore per le nostre vite, può suscitare timore. La prospettiva di un nuovo lavoro, l'idea di lasciare il proprio paese natale o il desiderio di seguire la nostra vera vocazione, scatenano in noi la paura del cambiamento.

Solitamente ci aggrappiamo a ciò che abbiamo costruito, all'identità che ci siamo cuciti addosso negli anni, credendo che questa sia una parte inseparabile di noi stessi. Chi di noi non ha mai incontrato qualcuno con una passione intensa, ma che esita a trasformarla in una professione per paura di sfidare la propria identità lavorativa? O magari conoscete chi, nonostante le difficoltà finanziarie, continua a spendere eccessivamente solo per mantenere un'immagine di successo e prosperità.

Evitiamo spesso di compiere scelte e azioni che minacciano la visione di noi stessi, a prescindere da quanto possano essere vantaggiose per la nostra esistenza. In modo quasi automatico, optiamo per ciò che ci è familiare, per decisioni che confermano le nostre convinzioni e il nostro ego.

Ora, una domanda sorge spontanea: Ci conosciamo per chi siamo davvero, o solo attraverso l'immagine che mostriamo di noi stessi?

Conoscersi significa esplorare profondamente la nostra vera natura, e spesso questa esplorazione è ben distante dall'immagine che costruiamo di noi stessi. Perché nel creare un'immagine di sé, tendiamo a concentrarci sulla versione di noi che consideriamo la migliore, la più attraente, la più comoda o quella che gli altri ci hanno suggerito. In questo modo, rischiamo di identificarci come l'uomo ambizioso in carriera, il sofferente incompreso, la donna che deve farcela in tutto, la ragazza con tatuaggi e piercing ribelle, l'artista instabile, il nerd informatico senza vita sociale, convinti che non possiamo essere diversi.

Rinunciare alla propria identità significa essere costantemente disposti a mettere in discussione chi siamo e cosa vogliamo. Questo ci spinge verso strade inesplorate, ci spinge a sperimentare e ad essere aperti alle infinite possibilità della vita.

Senza mettere in discussione noi stessi, non possiamo crescere e migliorarci. Scegliendo l'opzione più ovvia, non avremo mai l'occasione per metterci alla prova e per riconsiderare i nostri valori e le nostre idee.

Rimanendo ancorati alla nostra identità, la nostra visione del mondo rimarrà limitata.

Le etichette e i parametri che utilizziamo per definire la nostra realtà possono avere un impatto profondo sulle nostre vite. Possono sia sminuirci che elevarci, possono intrappolarci in una visione ristretta e distorta della realtà; possono crearci ansia, aspettative e preoccupazione.

Per esempio, supponiamo che tu sia riconosciuto come un maestro culinario; in questo caso, è probabile che la tua identità sia strettamente legata a questa eccezionale abilità. Allo stesso modo, se sei noto per aver vinto un prestigioso concorso di bellezza, la percezione che il pubblico ha di te potrebbe essere principalmente centrata sulla tua bellezza fisica.

Questa condizione spesso porta a una pressione costante per dimostrare in modo continuo la propria competenza e il proprio talento, oppure a comportarsi in conformità alle aspettative degli altri.

Se rinunciamo all'idea di essere eccezionali e accettiamo che potremmo non essere i migliori, allora saremo liberi di sperimentare, di ambire a nuovi traguardi e di accettare il rischio di fallire. Nel momento in cui smettiamo di prendere noi stessi troppo sul serio e decidiamo di non dare eccessiva importanza alla voce della nostra identità, otteniamo la libertà di reinventarci e compiere azioni che potrebbero cambiare la nostra vita in modo sorprendente.

Allentando la presa sulla nostra identità, diventiamo liberi di essere chi vogliamo essere.

Non ti sto suggerendo di non impegnarti o di non perseguire l'eccellenza, ma piuttosto di essere meno rigido e certo di te stesso, di non idealizzare chi sei e di non dover dimostrare costantemente agli altri il tuo valore. Rimanere umili e in uno stato di non competizione, ridurrà il nostro ego e ci eviterà di sentirci vittime solo perché non riceviamo l'attenzione e il riconoscimento che pensiamo di meritare.

E se vi state chiedendo chi sareste senza gli attributi che oggi vi definiscono, la risposta è semplice. Sareste persone libere di plasmare la vostra vita secondo i vostri desideri, pronti a evolvervi, a crescere e a scoprire appieno le vostre reali capacità.

© Riproduzione riservata - 02/11/2023
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Tag: Visione di se, Identità, Mettersi in discussione, Ritrovare se stessi

Autore della Pillola
Andrea Mangano

Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.

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Prendi qualche minuto per rispondere a queste domande. Potrebbero darti una consapevolezza nuova su te stesso e sulla tua vita.

Domanda 1
Sono disposto a mettere in discussione le mie convinzioni e i miei valori?
  • Sì, sono disposto a riconsiderare le mie convinzioni alla luce di nuovi fatti e considerazioni.
  • Talvolta, ma tendo a difendere le mie convinzioni in modo abbastanza rigido.
  • Solo se sono costretto dalle circostanze o dalle persone che mi circondano.
  • No, raramente metto in discussione le mie convinzioni e valori fondamentali.
Domanda 2
Ho mai rinunciato a opportunità o esperienze interessanti perché pensavo che non fossero coerenti con l'immagine che ho di me stesso?
  • Mai, sono sempre disposto a esplorare nuove opportunità.
  • Raramente, ma è successo alcune volte.
  • Spesso, ho perso alcune opportunità interessanti a causa dell'identità che ho costruito.
  • Sempre, ho rinunciato a molte opportunità a causa del mio attaccamento all'identità.
Domanda 3
Sono disposto a sperimentare nuove esperienze, esplorare nuovi interessi e acquisire nuove competenze, anche se ciò potrebbe mettere in discussione l'immagine che ho di me stesso?
  • Sì, sono aperto a sperimentare e crescere.
  • Talvolta, ma ho bisogno di trovare un equilibrio tra esplorazione e stabilità.
  • Non sono molto incline a sperimentare nuove cose a causa del mio attaccamento all'identità.
  • No, ho paura di mettere in discussione l'immagine che ho di me stesso e preferisco rimanere nella mia comfort zone.
Domanda 4
Quanto peso do alle aspettative degli altri nella costruzione della mia identità, e sarei disposto a liberarmi da esse per seguire i miei desideri personali?
  • Le aspettative degli altri non hanno mai giocato un ruolo significativo nella costruzione della mia identità, sono sempre stato guidato dai miei desideri personali.
  • In passato, ho dato troppo peso alle aspettative degli altri, ma sto lavorando attivamente per liberarmene e seguire i miei desideri personali.
  • Le aspettative degli altri influenzano ancora la mia identità, ma sto cercando di trovare un equilibrio tra ciò che gli altri vogliono da me e ciò che voglio per me stesso.
  • Sono fortemente legato alle aspettative degli altri nella costruzione della mia identità e non credo di poter liberarmene per seguire i miei desideri personali.