Pillola 92

Il lato oscuro della speranzaCome non farci divorare dall'illusione del domani

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Autore
A. Mangano
Intro alla pillola

La speranza è una luce che ci guida, ma a volte può accecarci.

Ci aggrappiamo al domani, convinti che porterà soluzioni, senza accorgerci di come ci sfugge il presente.

E se la speranza fosse solo una dolce illusione che ci allontana dalla realtà?

Speranza. Bella parola, eh? Una di quelle che suonano bene, che fanno stare tranquilli. La speranza è quella cosa che quando tutto va a rotoli tu dici "vabbè, speriamo che domani sia meglio". E infatti speriamo sempre, no? Speriamo che arrivi presto il weekend, speriamo che le cose cambino, speriamo nella pensione. Intanto la vita passa.

Ma facciamo un attimo una riflessione insieme. La speranza, vedete, è un po' come la Coca-Cola. All'inizio ti disseta, ti fa stare bene, ma poi scopri che più ne bevi e più hai sete. E alla fine stai male, ma continui a berla perché ormai ci sei abituato.

Perché cosa facciamo noi? Stiamo lì che aspettiamo. Aspettiamo l'amore della vita, il lavoro dei sogni, il momento giusto per fare quella cosa importante. E mentre aspettiamo, che succede? Che il tempo se ne va. E noi stiamo ancora lì, fermi, con la speranza in mano come se fosse un biglietto della lotteria.

Ma vi dico una cosa. La speranza, spesso, è solo paura con un vestito elegante. Paura di quello che c'è oggi, qui, adesso.

Perché è più facile dire "domani sarà diverso" che affrontare quello che abbiamo davanti oggi. È più comodo sognare la casa al mare che pulire quella dove viviamo.

E poi ci sono quelli che vendono speranza come se fosse detersivo. "Compra questo prodotto e sarai felice", "Vota questo politico e cambierà tutto", "Prega così e andrai in paradiso".

Ma scusate, il paradiso quando arriva? Dopo che siamo morti, forse. È come dire "mangia questa minestra schifosa, che dopo ti do il gelato", solo che il gelato non si sa quando arriva e manco se arriva.

Guardate che non sto dicendo di diventare tutti depressi, eh. Sto dicendo di svegliarci.

Perché la speranza che non diventa azione è come un motorino senza benzina: fa rumore, ma non si muove.

E allora smettiamo di aspettare. La vita è questa qua, non quella di domani.

Vuoi essere felice? Inizia oggi. Vuoi che il mondo cambi? Cambia tu. Vuoi essere amato? Ama tu per primo. Senza aspettare che qualcuno ti dica "ora puoi iniziare a vivere".

Perché vedete, la differenza tra la speranza e la vita è questa: la speranza è una promessa, la vita è un fatto. E i fatti, cari amici, sono testardi. Sono lì, ti guardano in faccia e ti dicono "eccomi, che fai con me?".

Quindi basta stare alla finestra a guardare se piove. Esci, e se piove ti bagni. Almeno ti sei mosso. Almeno hai fatto qualcosa. Perché la vita, quella vera, non è nel futuro. È adesso. In questo momento. In questo respiro che stai facendo mentre mi ascolti.

E se poi vi va di sperare, fate pure. Ma ricordatevi: la speranza senza azione è come una bicicletta senza ruote. Puoi anche pedalare, ma non vai da nessuna parte.

© Riproduzione riservata - 06/03/2025
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Tag: Speranza, Vivere il presente, Felicità, Accettare la vita

Autore della Pillola
Andrea Mangano

Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.

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Riflessione guidata

Prendi qualche minuto per rispondere a queste domande. Potrebbero darti una consapevolezza nuova su te stesso e sulla tua vita.

Domanda 1
Quando penso al mio futuro, quali emozioni prevalgono?
  • Mi sento motivato e cerco di costruire attivamente quel futuro.
  • Sono fiducioso ma so che nulla cambierà senza il mio impegno quotidiano.
  • Mi rifugio nel pensiero che le cose miglioreranno "prima o poi".
  • Mi sento frustrato perché immagino sempre un futuro migliore, ma non so da dove iniziare.
Domanda 2
Quanto tempo passo a immaginare il futuro rispetto a vivere il presente?
  • Uso il futuro come guida per dare significato e direzione al mio presente.
  • Pianifico il futuro, ma mi concentro sulle azioni concrete di oggi.
  • Passo molto tempo a fantasticare su ciò che potrei essere senza fare passi concreti.
  • Vivo più nella speranza di un cambiamento che nella realtà del momento.
Domanda 3
Se un obiettivo importante non si realizzasse, come reagirei?
  • Accetterei la situazione e cercherei un altro modo per crescere.
  • Analizzerei cosa è andato storto e proverei a migliorare la mia strategia.
  • Mi sentirei perso, come se tutto il mio futuro dipendesse da quell’unico traguardo.
  • Direi a me stesso che forse non era destino, senza mettermi in discussione.
Domanda 4
Quanto sono consapevole delle azioni quotidiane che mi avvicinano ai miei sogni?
  • Ogni giorno compio piccoli passi concreti verso i miei obiettivi.
  • Ho una strategia chiara e la sto mettendo in pratica con costanza.
  • Mi dico che un giorno inizierò davvero, ma continuo a rimandare.
  • Aspetto il momento giusto, ma nel frattempo non faccio nulla di significativo.
Domanda 5
Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, sarei soddisfatto di come l'ho vissuto?
  • Sì, perché ogni giorno cerco di dare valore a ciò che faccio.
  • Anche se ho sogni non ancora realizzati, so di aver fatto il possibile.
  • No, perché vivo troppo nel futuro e poco nel presente.
  • No, perché continuo a rimandare la mia felicità a un domani incerto.