Pillola 92

Il lato oscuro della speranzaCome non farci divorare dall'illusione del domani

Autore della Pillola
Autore
A. Mangano
Intro alla pillola

La speranza è una luce che ci guida, ma a volte può accecarci.

Ci aggrappiamo al domani, convinti che porterà soluzioni, senza accorgerci di come ci sfugge il presente.

E se la speranza fosse solo una dolce illusione che ci allontana dalla realtà?

Speranza. Bella parola, vero? Suona morbida, rassicurante. È la fiamma che resiste quando tutto sembra spento e perso. Ci illude che qualcosa di grande sia ancora possibile. La speranza è magia: ci rialza dopo una caduta, ci fa guardare oltre la realtà.

Purtroppo anche la speranza nasconde un lato oscuro. Perché può essere un veleno lento, una piccola droga giornaliera che ci inchioda all'illusione del domani e ci fa dimenticare di vivere il presente.

Capita che ci aggrappiamo alla speranza come fosse l'unico mezzo per sopravvivere.

Speriamo in un futuro migliore, in un amore che ci riempia, in una svolta che cambi il corso della nostra esistenza. Ma nell'attesa, restiamo immobili o troppo concentrati sul futuro.

Una verità ci accomuna. Aspettiamo sempre qualcosa: il momento giusto per fare qualcosa, la felicità perfetta, che qualcuno mantenga una promessa. E intanto, la vita scivola via. Rimandata. Persa in un domani che forse non arriverà mai.

A volte, la speranza è solo paura ben mascherata. Paura di affrontare il presente per quello che è.

Sogniamo la ricchezza, il successo e la gloria, illudendoci che ciò basti a conferire significato alla nostra esistenza, poiché ciò che veramente ci terrorizza è non essere abbastanza, attraversare la vita senza lasciare impronta, fallire nella ricerca del nostro scopo autentico.

Speriamo nell'amore perfetto come completamento di noi stessi, dilaniati dalla paura della solitudine e dal tormento della nostra presunta inadeguatezza. Attendiamo che qualcuno giunga a salvarci, a dare senso al nostro vagare, a riempire quegli spazi vuoti che ci abitano e ci divorano dall'interno.

Speriamo in un progresso che ci tenga sempre giovani perché siamo paralizzati dall'angoscia del tempo che scorre inesorabile, della morte, di dissolverci nel nulla senza aver significato veramente qualcosa.

E poi c'è la speranza più subdola: quella venduta dalle religioni e dalle ideologie. "Soffri ora, sarai ricompensato dopo." Dopo? Quando? Dove? In questo ci addomesticano, ci rendono docili, ci fanno accettare l'ingiustizia come fosse un prezzo da pagare per una fetta di paradiso o di gloria. Ci sedano di speranza, ma in questo modo ci tolgono il fuoco che arde di momenti concreti di vita, di rivoluzioni, di decisioni contro corrente e ci spengono dentro.

Continuiamo così a sperare, disperatamente, perché abbiamo paura di guardare in faccia la realtà e accettare questa verità fondamentale: nessuna speranza, per quanto intensa, potrà mai sostituire l'imperativo di vivere autenticamente, pienamente partecipi nell'unico momento che realmente possediamo - il presente.

Non fraintendetemi. Non vi sto consigliando di smettere di sognare, di abbandonare la vostra fede, che sia nel paradiso o nel futuro prossimo. Vi sto solo dicendo di non farvi fregare.

Perché la speranza, se non si trasforma in azione, è solo un'illusione tossica.

Se ci tiene in gabbia, se ci fa credere che domani sia più importante di oggi, allora ha già vinto lei.

E quindi? Se le cose vanno male, cosa facciamo se non sperare? Viviamo. Il brutto, il bello, tutto quello che la vita ci mette davanti e tutto quello che siamo in grado di procacciarci. Qui e ora, senza proiettarlo in una prospettiva del domani. Evitiamo di cercare la felicità in un futuro ipotetico: troviamola nel caos di questo istante. Non speriamo che il mondo cambi: facciamo noi il primo passo. Non attendiamo di essere amati: amiamo per primi. Senza condizioni, senza aspettative. Non aspettiamo di diventare migliori: accettiamoci oggi per come siamo e non per quello che potremmo essere.

Basta restare alla finestra. Basta sperare che qualcosa accada. La vita è qui, da nessuna altra parte. Il futuro è un'ombra, un'idea, una promessa di per sè vuota. Ma questo respiro, questo battito, questo istante è reale e merita di essere vissuto fino all'ultima scintilla.

© Riproduzione riservata - 06/03/2025
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Tag: Speranza, Vivere il presente, Felicità, Accettare la vita

Autore della Pillola
Andrea Mangano

Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.

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Prendi qualche minuto per rispondere a queste domande. Potrebbero darti una consapevolezza nuova su te stesso e sulla tua vita.

Domanda 1
Quando penso al mio futuro, quali emozioni prevalgono?
  • Mi sento motivato e cerco di costruire attivamente quel futuro.
  • Sono fiducioso ma so che nulla cambierà senza il mio impegno quotidiano.
  • Mi rifugio nel pensiero che le cose miglioreranno "prima o poi".
  • Mi sento frustrato perché immagino sempre un futuro migliore, ma non so da dove iniziare.
Domanda 2
Quanto tempo passo a immaginare il futuro rispetto a vivere il presente?
  • Uso il futuro come guida per dare significato e direzione al mio presente.
  • Pianifico il futuro, ma mi concentro sulle azioni concrete di oggi.
  • Passo molto tempo a fantasticare su ciò che potrei essere senza fare passi concreti.
  • Vivo più nella speranza di un cambiamento che nella realtà del momento.
Domanda 3
Se un obiettivo importante non si realizzasse, come reagirei?
  • Accetterei la situazione e cercherei un altro modo per crescere.
  • Analizzerei cosa è andato storto e proverei a migliorare la mia strategia.
  • Mi sentirei perso, come se tutto il mio futuro dipendesse da quell’unico traguardo.
  • Direi a me stesso che forse non era destino, senza mettermi in discussione.
Domanda 4
Quanto sono consapevole delle azioni quotidiane che mi avvicinano ai miei sogni?
  • Ogni giorno compio piccoli passi concreti verso i miei obiettivi.
  • Ho una strategia chiara e la sto mettendo in pratica con costanza.
  • Mi dico che un giorno inizierò davvero, ma continuo a rimandare.
  • Aspetto il momento giusto, ma nel frattempo non faccio nulla di significativo.
Domanda 5
Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, sarei soddisfatto di come l'ho vissuto?
  • Sì, perché ogni giorno cerco di dare valore a ciò che faccio.
  • Anche se ho sogni non ancora realizzati, so di aver fatto il possibile.
  • No, perché vivo troppo nel futuro e poco nel presente.
  • No, perché continuo a rimandare la mia felicità a un domani incerto.