L'ego ci limita senza che ce ne rendiamo conto.
Quando mettiamo da parte il nostro ego, ci concediamo la possibilità di fare scelte più autentiche, crescere senza limiti e migliorare continuamente.
Siamo pronti a sbloccare il nostro potenziale e vivere senza le catene dell'ego?
Da bambino ero tra i più bravi della classe. Sapete, quello che fa i compiti in cinque minuti, inventa giochi che neanche la Clementoni e fa domande che mettono in crisi pure il maestro. Tutti mi dicevano "bravo, sei un piccolo genio!" e io, ovviamente, ci ho creduto.
Il problema è che quando sei piccolo e tutti ti dicono che sei speciale, tu inizi a pensare che devi sempre essere speciale. È come quando vai al ristorante e ordini il piatto del giorno: se è buono la prima volta, poi lo ordini sempre, anche quando non ti va più.
Così ho passato anni a inseguire cose che non c'entravano niente con quello che volevo davvero.
Facevo tutto per sembrare speciale, per avere l'applauso, per sentirmi dire "complimenti!". Era come vivere in una vetrina, sempre in posa, sempre con il sorriso stampato.
Il mio ego, questo signorino viziato che abita nella mia testa, è stato il mio peggior nemico. Peggio di mia madre quando critica il mio guardaroba.
Nessuno mi ha rovinato la vita più di me stesso, del mio bisogno di essere sempre il migliore, sempre quello giusto.
Tutti noi abbiamo un'idea di chi siamo. Ci mettiamo delle etichette addosso come fossimo prodotti al supermercato: "Io sono quello serio", "Io sono quello simpatico", "Io sono quello più intelligente". E l'ego si attacca a queste etichette come un bambino al gelato.
Quando l'abitudine di essere in un certo modo diventa più forte della voglia di capire chi sei davvero, l'ego prende il controllo della situazione. È come quando al telegiornale dicono che pioverà e tu porti l'ombrello anche se fuori c'è il sole che spacca le pietre.
L'ego è un bugiardo patentato. Ti nasconde i tuoi sbagli, ti fa credere che sei più bravo di quello che sei, o più scarso, dipende dalla giornata. Ti fa sentire arrivato quando invece sei ancora alla stazione, col biglietto in mano e il treno che non passa.
E soprattutto, all'ego non gliene frega niente di quello che ti serve davvero. È come quel parente che ti regala sempre le cose sbagliate a Natale: tu vorresti le pantofole e lui ti porta il libro di cucina molecolare.
La consapevolezza è l'unica strada per uscire da questo casino. Devi riconoscere quando il tuo ego sta facendo il galletto, quando sta montandoti la testa o quando ti sta buttando giù. E ogni volta che succede, gli devi dire: "Siediti e stai zitto, ora comando io".
Bisogna avere il coraggio di rimettere in discussione tutto: quello che pensi di te, le tue abitudini, le tue certezze.
È come rifare l'armadio: butti via quello che non ti sta più e tieni solo quello che ti fa stare bene davvero.
Non sei quello che possiedi, non sei il lavoro che fai, non sei nemmeno le storie che racconti su te stesso. Sei molto di più, o forse molto di meno, dipende dal punto di vista. Ma sicuramente sei libero di scegliere chi essere, ogni giorno, ogni momento.
Quando sconfiggi il tuo ego, non vinci una medaglia. Vinci qualcosa di molto più prezioso: la possibilità di essere te stesso senza dover dimostrare niente a nessuno.
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Tag: Ego, Consapevolezza dell'ego, Limiti dell'ego, Gestione dell'ego
Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.
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Prendi qualche minuto per rispondere a queste domande. Potrebbero darti una consapevolezza nuova su te stesso e sulla tua vita.