Non c'è niente di più frustrante che correre senza sapere dove si sta andando.
La fatica, senza una meta chiara, si trasforma in energia sprecata: impegna, ma non appaga né realizza.
Ci stiamo davvero muovendo verso qualcosa o stiamo solo girando in tondo?
Cosa hanno in comune un criceto su una ruota e un maratoneta olimpico? Tutti e due corrono, no? Tutti e due sudano, lottano contro la fatica. Ma uno arriva da qualche parte, l'altro... beh, l'altro gira. E basta.
È come quell'auto che va a duecento all'ora, ma senza volante. Fa un casino della madonna, consuma benzina come non ci fosse un domani, ma dove va? Da nessuna parte. Anzi, probabilmente finisce contro un muro.
Perché vedete, anche quando ci impegniamo al massimo, anche quando ci ammazziamo di fatica, se non sappiamo dove stiamo andando, è tutto inutile. È peggio che inutile, è dannoso.
Ora, io non dico che l'impegno non serve. L'impegno serve eccome. È la prova che ci teniamo, che vogliamo farcela. Ma l'impegno da solo è come un motore senza macchina: gira a vuoto.
La vera domanda è un'altra: stiamo davvero andando da qualche parte, oppure stiamo solo sprecando tutto quello che abbiamo?
Perché io ne vedo tanti, eh, di questi qua. Gente che si vanta di non dormire mai. "Non dormo da due giorni!", ti dicono tutto fieri. E tu gli chiedi: "Ma che hai fatto in questi due giorni?" E loro... silenzio. O peggio, ti dicono che hanno riordinato l'ufficio per la quinta volta questa settimana.
C'è l'imprenditore che fa le tre di notte tutti i giorni, ma la sua ditta è ferma da quando Berlusconi era giovane. C'è quello che accumula corsi e certificati come le figurine dei calciatori, ma poi quando deve risolvere un problema vero non sa da che parte iniziare. E lo studente, madonna mia, quello che trasforma i libri in discoteca con tutti quegli evidenziatori colorati, ma alla fine non ha capito nemmeno il titolo.
Guardate, la fatica è inevitabile. Se volete ottenere qualcosa, dovete sudare. Questo è certo. Ma non tutte le fatiche sono uguali.
Senza un obiettivo chiaro, senza una strada da seguire, la fatica diventa solo energia buttata al vento.
Non basta muoversi, bisogna sapere dove si va. È come quando mia nonna mi mandava al paese a comprare il pane. Non mi diceva: "Cammina tanto". Mi diceva: "Vai da Salvatore e torna con due filoni". Ecco la differenza.
Quindi smettiamola con questa storia delle ore. "Quante ore hai lavorato?" Non me ne frega niente delle ore. Dimmi piuttosto: dove ti hanno portato quelle ore? Cosa hai costruito mentre soffrivi? Perché ogni sforzo, ogni goccia di sudore, dovrebbe servire a qualcosa di preciso.
La fatica che sa dove va è come l'acqua che scava la roccia. Piano piano, ma alla fine ci riesce. La fatica senza direzione è come la pioggia nel deserto: cade, bagna un po', poi sparisce e non se ne parla più.
E ogni minuto che sprechiamo facendo cose inutili è un minuto rubato a quello che conta davvero. È come se avessimo una borsa piena di monete d'oro e le buttassimo una per una nel water.
Ma sapete qual è il problema vero? Che viviamo in un mondo malato. Un mondo che pensa che essere sempre occupati sia una medaglia d'onore. Più sei sfatto, più sembri importante. Più ti lamenti, più sembri serio.
Ma io ve lo dico chiaramente: essere occupati non significa essere bravi. Essere stanchi non significa essere vincenti. Aver faticato non significa aver combinato qualcosa di buono.
La fatica senza scopo è come sparare a caso al buio. Magari fai anche un sacco di rumore, ma non colpisci niente.
Allora facciamoci le domande giuste: questa fatica ci sta facendo crescere oppure ci sta solo consumando? Stiamo costruendo qualcosa o stiamo solo perdendo tempo? Stiamo andando verso i nostri sogni o stiamo solo cercando di non affogare?
Perché alla fine, quello che conta non è quanto hai sudato, ma dove ti ha portato quel sudore. Non è quanto sei stanco, ma quanto sei vicino a quello che vuoi davvero.
La fatica, da sola, è come un martello senza chiodi. Può fare tanto rumore, ma non costruisce niente. È uno strumento, niente di più. E come tutti gli strumenti, può portarti lontano o lasciarti fermo al punto di partenza, dipende da come lo usi.
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Tag: Impegno, Obiettivi, Fatica, Consapevolezza
Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.
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