Pillola 97

Overdose di autostimaCostruire la fiducia in se stessi per vivere meglio

Autore della Pillola
Autore
A. Mangano
Intro alla pillola

Ripetiamo a noi stessi che non siamo pronti o all'altezza e finiamo per convincercene davvero.

Ma l’autostima non nasce dall'essere perfetti: prende vita nel momento in cui scegliamo di agire, nonostante le paure.

E se fosse ora di smettere di nasconderci e cominciare a fidarci di noi stessi?

Hai mai visto un leone farsi problemi prima di ruggire?
No. Non guarda chi ha attorno. Non si scusa per il volume. Non chiede il permesso di essere sé stesso.

E noi, invece?

Quante volte abbiamo negato noi stessi per paura? Quante volte ci siamo rimpiccioliti per non dare nell'occhio o perché non davamo il giusto valore alle nostre idee?

Non è che ci manca l'autostima. È che, a volte, ne abbiamo così poca che la chiamiamo "umiltà", giusto per sentirci meno in difetto.

L’autostima non è una coccola. È una rivoluzione personale.

È avere il coraggio di contraddire gli altri pur di non tradire noi stessi.
È smettere di guardarci allo specchio come se dovessimo giustificare ogni nostro gesto o la nostra presenza.
È dire “io valgo” anche quando nessuno applaude. Soprattutto quando nessuno applaude!

Chi ottiene più risultati nella vita?
Chi realizza quei sogni che altri reputano impossibili?

No, non sono sempre i più bravi. Sono quelli con una sicurezza che, a volte, rasenta la follia. Quella fiducia spregiudicata che li spinge oltre i limiti mentre gli altri rimangono paralizzati dalle loro insicurezze.

Ma attenzione. Non sto parlando dell'arroganza tossica di chi si crede migliore degli altri. Parlo di quella profonda convinzione che ci accompagna anche nei momenti più duri: l'idea che, per quanto difficile, possiamo riuscirci.

La vita non premia chi si nasconde. Premia chi si espone. Chi rischia. Chi si butta anche quando non sa nuotare, fiducioso che imparerà una volta in acqua.

Considera il caso di chi ha paura di parlare in pubblico. Si racconta da una vita che "non è portato", ma è quasi sempre una convinzione limitante ben confezionata.

Perché per riuscire non bastano le capacità e l'impegno. Serve, soprattutto, crederci davvero.

La "sindrome dell'impostore" non è umiltà. È paura ben mascherata. È mancanza di autostima. Ogni volta che diciamo "non sono pronto", "non sono abbastanza", "sono stato solo fortunato" ci stiamo auto-sabotando.

Ecco la verità: spesso abbiamo bisogno di un'overdose di autostima per affrontare meglio la nostra vita.

Sì, avete capito bene. Un eccesso volontario. Non quella fiducia mite ed educata, ma quella che esagera, che ribalta la prospettiva e ci apre a nuove prospettive. Quella che ci fa camminare come se avessimo già vinto. Non per fingere, ma per scegliere, ogni giorno, chi vogliamo essere.

L'autostima non si trova e non si eredita. Si costruisce, un passo alla volta, e si alimenta ogni giorno.

È una scommessa con noi stessi: oggi scegliamo di crederci, domani lo dimostriamo con i fatti.

Quindi, evitiamo di aspettare a lungo con la speranza di sentirci finalmente pronti o all'altezza. Quel momento non arriva da solo. Serve iniziare a credere in noi — non perché ci sono i fatti a dimostrarlo (o qualcuno che ci vanta) —, ma perché scegliamo di farlo.

L'autostima non è sentirsi speciali. È sapere che, anche incasinati, abbiamo comunque abbastanza valore e risorse per farcela.

Non serve, quindi, essere pronti: serve iniziare a crederci davvero e muovere il primo passo. Perché l'autostima è figlia del fare, non del pensare.

Quando inizi davvero a stimarti, non cambia solo come ti presenti al mondo. Cambia completamente il modo in cui vivi.

© Riproduzione riservata - 13/05/2025
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Tag: Autostima, Fiducia in se stessi, Credenze limitanti, Valorizzare se stessi

Autore della Pillola
Andrea Mangano

Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.

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Riflessione guidata

Prendi qualche minuto per rispondere a queste domande. Potrebbero darti una consapevolezza nuova su te stesso e sulla tua vita.

Domanda 1
Mi valorizzo, oppure aspetto che qualcun altro lo faccia?
  • Riconosco i miei punti di forza e li valorizzo.
  • Ho smesso di cercare conferme esterne per sentirmi valido.
  • Aspetto di ricevere approvazione. Se non arriva, dubito di me.
  • Mi giudico in base a come mi percepiscono gli altri.
Domanda 2
Mi parlo con incoraggiamento o mi critico prima ancora di iniziare?
  • Mi tratto come tratterei un amico che ci prova: con rispetto e incoraggiamento.
  • Anche quando sbaglio, mi parlo con lucidità e non mi abbatto.
  • La mia voce interiore è un giudice severo. E raramente mi assolve.
  • Mi metto in discussione prima ancora di iniziare, come se partissi già in difetto
Domanda 3
Se nessuno mi applaudisse, riuscirei comunque a sentirmi abbastanza?
  • Il mio valore non dipende dagli occhi degli altri. So chi sono.
  • Cerco la soddisfazione dentro, non nei riconoscimenti esterni.
  • Senza conferme mi sento invisibile, come se non contasse.
  • Ho bisogno di approvazione per credere che sto facendo la cosa giusta.
Domanda 4
Cosa farebbe oggi una versione di me con il doppio dell’autostima?
  • Direbbe quello che pensa senza rileggere mille volte il messaggio prima di inviarlo.
  • Andrebbe dritto verso ciò che desidera, senza chiedersi se è “abbastanza” per meritarselo.
  • Avrebbe già fatto quella chiamata che io continuo a rimandare per paura di sembrare inadeguato.
  • Avrebbe agito, mentre io sto ancora cercando l’approvazione giusta per muovermi.