Leggere libri non è solo un passatempo: è un potente strumento di comprensione.
Le storie, le idee e le emozioni che contengono ci aprono gli occhi su nuove prospettive.
Perché leggere migliora la vita?
È inutile negarlo. Io da piccolo i libri proprio non li potevo vedere. Ma tipo zero, eh. Per me erano roba da quelli con gli occhiali spessi che alzano la mano per primi in classe, oppure - e questo era anche peggio - erano i compiti delle vacanze che ti rovinavano l'estate. Insomma, avevo la stessa passione per i libri che potrei avere oggi per un corso di contabilità avanzata.
Poi però succede una cosa. Un Natale - e già questo dovrebbe farvi capire che le sorprese più grosse arrivano sempre quando meno te le aspetti - un parente mi fa questo regalo. Un romanzo. Io lo guardo e penso: "Perfetto, legna per il camino!". Invece no. Lo apro giusto per educazione e boom. Mi ci perdo dentro. Lo finisco in tre giorni, che per me che leggevo solo i fumetti era tipo come scalare l'Everest in ciabatte.
E alla fine di questo libro, giuro, stavo quasi per piangere. Ma non perché fosse triste, eh. Era proprio che questi personaggi li sentivo come amici veri, come se li conoscessi da sempre. Ed è lì che ho capito che forse, dico forse, avevo sbagliato tutto sui libri.
Ora, non è che questo libro mi abbia cambiato la vita tipo San Paolo sulla via di Damasco. Però una cosa me l'ha fatta capire: un buon libro è come un viaggio, ma non quello dove devi fare le valigie e prendere l'aereo. È un viaggio dentro di te, che è molto più complicato perché non c'è il navigatore e spesso non sai nemmeno dove stai andando.
Leggere è un po' come quando vai in cantina al buio e accendi la torcia del telefono. Non è che illumini tutto l'Empire State Building, ma ti fa vedere quella roba che c'era sempre stata lì e che tu non avevi mai notato. E la cosa più figa è che non è mai una cosa passiva. I libri non sono come la televisione che te ne stai lì a bocca aperta. No, i libri ti tirano scapaccioni mentali continuamente. Ti fanno domande tipo: "Ma sei sicuro di quello che pensi? Ma davvero credi che le cose stiano così?".
A volte leggi e dici: "Ecco, bravo, questo ha capito tutto!". Altre volte invece: "Ma questo qui è completamente fuori di testa!". Ma anche quando non sei d'accordo con quello che ha scritto, finisci comunque per vedere le cose da un'angolazione diversa. È come quando guardi una casa dal davanti e poi giri dietro: è sempre la stessa casa, ma sembra un'altra.
I libri sono un po' come quei personal trainer palestrati che ti urlano dietro mentre fai gli addominali. Solo che invece dei muscoli ti allenano il cervello, e invece di farti sudare ti fanno uscire dalla tua zona di comfort mentale. E tutto questo senza dover mettere i pantaloncini da ginnastica, che già è un vantaggio.
Non è un caso che tutti questi imprenditori di successo - quelli che hanno più soldi del PIL di alcuni stati africani - dicano sempre che leggono un libro a settimana. Non è che lo fanno per darsi delle arie intellettuali da aperitivo milanese. È proprio che hanno capito che leggere ti dà un vantaggio competitivo concreto: ti affila il cervello e ti allarga la visione del mondo. È come avere un paio di occhiali speciali che ti fanno vedere cose che gli altri non vedono.
Ma leggere non è solo strategia da CEO. È anche una specie di rifugio antiatomico mentale. Viviamo in un'epoca dove ti arrivano notifiche anche quando vai in bagno, dove tutti urlano per attirare la tua attenzione. Ecco, aprire un libro è come chiudersi in camera e mettere la musica con le cuffie. È una disconnessione consapevole che ti aiuta a ritrovare la chiarezza mentale. Forse non è la soluzione più tecnologica del mondo, ma resta una delle più efficaci per non diventare completamente scemi.
E poi, diciamocelo, leggere è un viaggio dentro noi stessi. Non è solo che ti diverti o che impari cose nuove. È proprio che scopri parti di te che non sapevi nemmeno di avere, come quando trovi venti euro in una giacca che non mettevi da due anni.
I libri migliori fanno proprio questo: accendono le luci in quelle stanze della tua mente dove non eri mai entrato, quelle dove magari c'è ancora l'interruttore a pulsante degli anni Settanta.
E non pensate che leggere sia fuggire dalla realtà come fanno quelli che si guardano dodici stagioni di serie tv di fila. No, un buon libro è più come uno specchio, uno di quelli che ti fanno vedere anche i pori della pelle. Ti costringe a guardarti dentro, a scavare sotto la superficie delle cose, in quella roba che di solito preferiamo ignorare.
Quante volte vi è capitato di leggere una frase e dire: "Madonna, ma questo qui mi ha letto nel pensiero!"? Come se l'autore fosse stato lì con voi quando avevate quel pensiero strano alle tre di notte, quello che non avevate mai detto a nessuno. Sono quei momenti in cui la lettura diventa tipo una rivelazione mistica, ma senza dover andare in India o mangiare roba strana nei boschi.
Ci sono libri che ti fanno sentire meno solo al mondo, perché scopri che qualcun altro - magari uno che è morto trecento anni fa o che vive dall'altra parte del pianeta - ha provato esattamente le tue stesse emozioni. È come trovare il tuo gemello separato alla nascita, solo che invece di avere la stessa faccia avete gli stessi pensieri.
E poi ci sono quei libri che ti danno il coraggio di affrontare situazioni difficili, perché vedi un personaggio che passa attraverso le tue stesse rogne e ne esce fuori. È come avere un amico più esperto che ti dice: "Guarda che si può fare, io l'ho già vista questa situazione".
Ma i libri più potenti sono quelli che ti mettono in crisi totale, quelli che ti fanno rivedere tutto quello in cui credevi. Quelli che quando li chiudi ti senti un po' stordito, come quando esci dal cinema dopo un film che ti ha colpito forte. Hai questa sensazione strana che qualcosa dentro di te sia cambiato per sempre, come se qualcuno avesse spostato i mobili nella tua testa mentre dormivi.
E forse è proprio questo il superpotere della lettura: non ti lascia mai uguale a prima.
Anche il libro più leggero, anche la storia più semplice, ti lascia addosso qualcosa. Una frase, un'immagine, un'emozione che magari tra dieci anni ti tornerà in mente all'improvviso, mentre stai facendo la fila alla posta o aspetti l'autobus.
Alla fine, leggere non serve solo a conoscere il mondo là fuori. Serve soprattutto a conoscere quel mondo complicatissimo che abbiamo dentro, quello dove spesso abbiamo paura a entrare.
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Tag: Lettura, Potere delle parole, Libri stimolanti, Conoscere se stessi
Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.
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