Ci impegniamo duramente per costruire la nostra vita e fare quello che desideriamo.
Tuttavia, l'abitudine spesso ci porta a perdere il piacere per le cose e a darle per scontate, siano esse una relazione, il nostro lavoro o una passione.
Come possiamo ritrovare quel piacere perduto?
Ti ricordi l'ultima volta che hai avuto una fame da lupi?
Parlo di quel tipo di fame che fa brontolare lo stomaco come se ci fosse un terremoto dentro. Dimmi, quanto è stato appagante assaporare un pasto in quel momento?
Disponiamo di cibo ogni giorno, a volte migliore di quello che consumiamo quando siamo affamati. Eppure, la percezione che abbiamo in quelle situazioni è quasi sempre migliore.
La privazione ci fa apprezzare quello che diamo per scontato.
È come se ci aiutasse a riscoprire una connessione profonda con le cose, riattivando in noi il senso di piacere e gratitudine.
Qualche anno fa, ho deciso di staccare la spina dal digitale per due settimane. Nei primi giorni mi sentivo come un naufrago su un'isola sperduta, vulnerabile e isolato dal mondo. La tentazione di riconnettermi stava per prevalere, perché, ammettiamolo, poche cose sono potenti quanto le nostre abitudini!
Ma poi è accaduto qualcosa di interessante.
Invece di scorrere i social appena sveglio, ho impiegato quel tempo per prepararmi colazioni nutrienti e sane, sostituendo la veloce merendina e il latte. Invece di passare le sere davanti alla TV, ho ripreso a leggere dei libri e ho rivisto un vecchio amico dopo anni. Ho anche iniziato a restaurare un cimelio di famiglia.
Quella pausa dal dover essere sempre reperibile e attivo mi ha dato l'occasione di riappropriarmi del mio tempo, di riscoprire piccoli piaceri, di imparare qualcosa di nuovo e di riflettere sulla mia vita.
La privazione non è solo assenza, ma un'opportunità di riempire lo spazio in modo diverso.
È un momento per riflettere, esplorare e ritrovare noi stessi.
Privarsi consapevolmente di qualcosa apre le porte a nuove esperienze e al piacere di riscoprire sensazioni che avevamo dimenticato.
Una pausa dal lavoro può riaccendere la passione per ciò che facciamo o farci comprendere cosa amiamo davvero. Rinunciare temporaneamente a un comfort abituale (come l'auto o l'ascensore) può farci riscoprire il piacere del movimento, dell'attività fisica e dell'esplorazione dell'ambiente circostante in modi diversi.
Ricordate la pandemia? Ci ha insegnato a valorizzare la libertà, la natura, le relazioni umane. Ci ha dato il tempo di riflettere su cosa avremmo fatto in tempi migliori. Per molti, quel "digiuno" dalla routine ha portato a cambiamenti radicali: c'è chi ha comprato casa in campagna, chi ha cambiato lavoro, chi ha riacceso le proprie passioni.
La privazione, se vista con occhi nuovi, può diventare un catalizzatore per la crescita personale e il cambiamento positivo. Non è necessariamente una mancanza, ma un'opportunità per maturare le esperienze e aumentare la nostra consapevolezza.
Ad esempio, astenersi dall'acquistare oggetti non essenziali per un certo periodo può aiutarci a rivalutare ciò che possediamo.
Allontanarsi per un periodo da una persona, può aiutarci a comprendere quanto sia importante nella nostra vita.
In particolare, la privazione ci insegna a distinguere tra ciò che vogliamo e ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Ci aiuta a setacciare l'essenziale dal superfluo.
Ogni tanto, proviamo a fare a meno di qualcosa che diamo per scontato o che non ci emoziona più come prima, creando un piccolo vuoto. Anche solo per un po', osserviamo cosa succede e come questo vuoto tende a riempirsi.
La vera soddisfazione non è avere tutto e sempre. Il bello sta nel desiderare le cose, nell'attenderle e nel riscoprirle.
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Lavoro nel mondo digitale.
Negli ultimi otto anni ho intrapreso numerose sfide personali e imprenditoriali. Ogni giorno mi impegno affinché la mia quotidianità sia il riflesso del mio desiderio e non una passiva routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
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