Pillola 75

Il potere di dire noDal consenso automatico al rifiuto consapevole

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A. Mangano
Intro alla pillola

Diciamo di sì più spesso di quanto osiamo ammettere.

Lo sussurriamo per inerzia, lo balbettiamo per timore, lo pronunciamo convinti che sia la via più sicura e comoda da percorrere.

Ma mentre assecondiamo il mondo, quante volte diciamo "no" a noi stessi e ai nostri desideri?

Vi racconto questa cosa che secondo me vi suonerà familiare. Immaginate la scena: siete lì, magari state cenando tranquilli, e squilla il telefono. Dall'altra parte c'è quella persona - sapete, quella che ha sempre bisogno di qualcosa - che vi fa: "Senti, scusami se ti disturbo, ma avresti cinque minuti per aiutarmi con questa cosa?"

E voi, che cosa fate? Guardate il piatto ancora pieno, pensate ai vostri impegni, a quella serie che volevate vedere, a quel libro che aspetta sul comodino da tre mesi. Però poi, come dei robot programmati per la cortesia, cosa rispondete? "Sì, certo, nessun problema!" Con quel tono entusiasta che nemmeno voi ci credete.

Dentro di voi, intanto, c'è il caos. Ogni cellula del vostro corpo vi sta urlando: "Ma che fai? Mandalo a quel paese!" Ma niente, voi continuate a sorridere come se fosse la cosa più bella del mondo.

E così, favore dopo favore, vi ritrovate a vivere la vita degli altri invece della vostra. Sacrificate il vostro tempo - che poi, diciamocelo, è l'unica cosa che quando finisce, finisce davvero - per paura di sembrare egoisti.

Perché noi abbiamo questo terrore di deludere gli altri, come se tutti avessero diritto alla felicità tranne noi.

Però c'è una parola, piccola piccola, due lettere in croce, che potrebbe cambiarvi la vita. E questa parola è "no". Così, semplice. NO. Non "ni", non "vediamo", non "forse". No.

Vi racconto una storia. Nel 1955, una signora di nome Rosa Parks sale su un autobus a Montgomery, in Alabama. Il conducente le dice: "Senta, lei deve cedere il posto a questo signore bianco." E Rosa Parks cosa risponde? "No." Due lettere che hanno cambiato la storia. Gandhi ha detto no agli inglesi, Martin Luther King ha detto no alla segregazione, Mandela ha detto no all'apartheid. Capite?

Il mondo è cambiato grazie a delle persone che hanno avuto il coraggio di dire "no".

Ora, probabilmente il vostro "no" non cambierà il destino dell'umanità, questo è vero. Però può cambiare il modo in cui vivete, che già non è poco.

Perché dovete sapere una cosa: ogni volta che dite "sì" a qualcosa, state automaticamente dicendo "no" a qualcos'altro. È matematica, non filosofia. Dite "sì" a quell'ora di straordinario? State dicendo "no" alla cena con vostra moglie. Dite "sì" all'ennesima commissione? State dicendo "no" al riposo che vi servirebbe.

Dire "no" non significa diventare delle persone cattive, egoiste, insensibili. Significa diventare selettivi. Significa riconoscere che il vostro tempo ha un valore, che la vostra energia non è infinita, che anche voi avete delle priorità.

Quante notti avete passato svegli pensando a tutti gli impegni che vi siete caricati addosso? Quanti sogni avete messo da parte perché "prima dovevo fare questo favore"?

La verità è che avete detto più "no" a voi stessi che agli altri. E questo, permettetemi, è assurdo.

Dire "no" è come mettere un cartello: "Fino a qui tutto bene, da qui in poi vedetevela voi." È riconoscere che avete dei limiti - e ci mancherebbe altro che non li aveste - e che questi limiti vanno rispettati.

Quando dite "no", state prendendo in mano la vostra vita. State dicendo: "Scusate, ma sono io che decido come spendere il mio tempo, dove investire le mie energie, chi voglio diventare." È una rivoluzione piccola ma potentissima.

Ogni "no" consapevole è un "sì" a voi stessi. Un "sì" a quello che credete, a quello che volete, a quello che siete davvero.

Allora, la prossima volta che qualcuno vi chiede qualcosa, prima di rispondere automaticamente "sì", fermatevi un secondo. Chiedetevi: "Ma io questo lo voglio fare davvero? Mi serve? Mi fa stare bene?" E se la risposta è no, sapete cosa dovete dire.

Perché vedete, la vita è come un altare. E su quest'altare potete scegliere cosa sacrificare. Potete sacrificare il vostro tempo per gli altri, oppure potete sacrificare le aspettative degli altri per voi stessi. A voi la scelta.

© Riproduzione riservata - 01/10/2024
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Tag: Rifiuto consapevole, Rispettare se stessi, liberta di scelta, Autodisciplina

Autore della Pillola
Andrea Mangano

Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.

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