Ci sono momenti nella vita in cui ci troviamo di fronte a situazioni spiacevoli, alcune prevedibili, altre meno.
Così, ci ritroviamo a lottare strenuamente contro queste avversità che minacciano di smantellare la nostra vita e le nostre speranze.
Ma quando il destino si compie e ci troviamo di fronte a eventi irreversibili, quando ci sentiamo catturati e consumati dalla disperazione e dalla rabbia, quale è la nostra via di fuga?
Nel corso della vita, ci troviamo spesso intrappolati tra le aspettative del nostro cuore e i capricci del destino. Ci aggrappiamo ai sogni con fervore, credendo che la nostra determinazione possa domare il corso degli eventi. Eppure, talvolta, abbiamo di fronte circostanze che non possiamo controllare, che ci gettano degli abissi dell'incertezza e dello sconforto.
Quel recente passato si insinua negli angoli più profondi della nostra mente, nutrendo dubbi, risentimenti, rimpianti, in un vortice incessante di interrogativi senza risposta.
Ci troviamo di fronte a due possibili strade: reagire con forza, cercando disperatamente di raddrizzare le pieghe del destino, oppure lasciarci consumare dalla rassegnazione, rinunciando progressivamente a vivere.
Ma nessuna delle due opzioni ci offre una reale soluzione.
Nel respingere ciò che ci ha ferito - una perdita, un fallimento, un destino avverso - consumiamo noi stessi e la nostra esistenza.
In una parabola del Buddha, un uomo è colpito da due frecce:
La prima freccia é il dolore fisico che deriva dalla ferita. Essa rappresenta l'esperienza difficile in cui ci siamo imbattuti;
La seconda freccia rappresenta il dolore mentale, come l'angoscia, la tristezza o la rabbia, che sorge come reazione al dolore fisico. Questa sofferenza è generata dal divario tra ciò di cui eravamo convinti (o ciò che speravamo sarebbe stato) e la cruda realtà.
Mentre non possiamo sempre evitare il dolore fisico o le difficoltà esterne che possono accadere nella nostra vita, la nostra reazione emotiva a queste esperienze può essere gestita e trasformata attraverso la consapevolezza.
Per ridurre la sofferenza, è essenziale accettare che alcuni eventi sfuggono al nostro controllo.
Non possiamo sempre risolvere le situazioni difficili, né tornare indietro nel tempo per cambiarle. In certi casi, non c'è modo di rimediare.
Se c'è qualcosa che possiamo fare oggi per migliorare la situazione, allora agiamo senza indugi. Tuttavia, ci sono circostanze in cui la migliore scelta potrebbe essere quella di lasciare andare e accettare il corso della vita.
Spesso cerchiamo una spiegazione razionale per ciò che ci accade, ma la realtà è che molte volte non c'è una ragione evidente.
Piuttosto che affliggerci con domande prive di risposta, è più saggio accettare che la vita è fatta anche di imprevisti, e imparare a trovare noi stessi il significato quando non possiamo ottenerlo dagli altri.
Ogni evento, sia esso felice o doloroso, può essere un'opportunità di crescita e apprendimento, se solo scegliamo di vedere al di là delle apparenze.
Nessuno può riportarci indietro ciò che abbiamo perduto o rimediare alle illusioni infrante, ma accettare questa verità può riportare la pace nella nostra vita.
Quando abbracciamo questa consapevolezza, possiamo liberarci dal dolore che ci siamo inflitti. Solo così possiamo iniziare a camminare verso una nuova vita, diversa, ma altrettanto ricca e soddisfacente.
Accettare ciò che non possiamo cambiare non è rassegnazione, ma il primo passo verso il futuro. È un atto consapevole che ci permette di lasciar andare ciò che è perduto o non funziona, concentrandoci sulle opportunità che ci attendono. Ricorda, ogni fine è un nuovo inizio.
E se credi che accettare la vita sia da deboli, ti sbagli. È invece un segno di straordinaria forza interiore. Ci vuole coraggio nel confrontarsi con la realtà, nell'accogliere i propri limiti e riconoscere la propria condizione umana.
Solo accettando la vita così com'è possiamo trovare la pace interiore e liberarci dal peso del passato. Solo allora saremo veramente pronti a vivere nel presente e guardare al futuro con speranza e determinazione.
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Lavoro nel mondo digitale.
Negli ultimi otto anni ho intrapreso numerose sfide personali e imprenditoriali. Ogni giorno mi impegno affinché la mia quotidianità sia il riflesso del mio desiderio e non una passiva routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
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