Molti hanno un sogno: il successo professionale. Aspirano a ricoprire un posto lavorativo di prestigio, a lanciare un'azienda propria, ad essere riconosciuti ed importanti e, non da meno, desiderano fare più soldi.
Per quale motivo vuoi fare carriera? Ti sei mai posto questa domanda?
Alcuni hanno intenzione di fare carriera per ambizione, per realizzare se stessi o per passione. C'è chi vuole dimostrare a sé (o ad altri) di esserne capace, chi cerca di giustificare i propri sacrifici e di rendere fieri i propri cari. Altri vedono nella carriera il proprio riscatto sociale, la possibilità di arricchirsi, l'opportunità di esercitare del potere ed avere influenza sugli altri, di permettersi qualcosa che non potrebbero altrimenti raggiungere. Alla lista aggiungo qualche motivazione scomoda quale "dare un senso alla propria vita", cimentarsi nella carriera perché "é l'unica strada per il successo" o, semplicemente, "è la cosa giusta da fare".
Qualsiasi sia tra questi il tuo motivo, anche il più nobile nella lista, probabilmente stai sottovalutando i rischi dell'impresa.
Sei stato spinto a credere che la realizzazione personale e la felicità passi dall'affermarsi nel lavoro ed è lì che concentri le tue energie e le tue speranze. Per lo stesso motivo, svendi il tuo tempo per un'idea che ti logora e un lavoro che (probabilmente) non ti permette comunque di vivere come vorresti. Ti obblighi perché il sacrificio é necessario ad ottenere la tua libertà o qualche forma di piacere.
In realtà, ti sbatti convincendoti che lavori per i tuoi sogni o per il bene dei tuoi affetti, ma sei solo vittima del sistema, intrappolato in uno schema come in un circuito per topi. Credi di lavorare per vivere e invece vivi per lavorare.
La vita è una. Vuoi davvero questa esistenza? Per quale vera ragione stai faticando?
Fin da bambino ti hanno chiesto: "Che lavoro vorresti fare da grande? Che lavoro fa la tua mamma, che lavoro il tuo papà?"
Sei cresciuto nella prospettiva di ricoprire un ruolo, di ottenere un titolo (il migliore!) che ti avrebbe identificato nella società. Ciò che hai studiato e le scelte che hai preso sarebbero state il mezzo per ottenere il lavoro a cui ambivi e, di pari passo, la vita che desideravi. A lungo hai creduto che fosse la formula magica per vivere vere emozioni e raggiungere la tua felicità. L'hai ottenuta?
Siamo stati educati così fin da piccoli ed é difficile ricredersi perché l'educazione tradizionale ci ha resi conformisti e mediocri. É difficile credere che ci sia una reale alternativa perché non siamo in grado di elaborare un pensiero indipendente senza nutrire profonda paura. Fantastichiamo, ma nulla di più.
L'istruzione ci ha resi più efficienti e capaci in specifici ambiti e professioni ma ci ha privato della capacità di comprendere totalmente la vita. Ha promosso la crescita di alcuni aspetti del nostro essere, conformi a modelli prestabiliti, trascurando tutto il resto. Per questo motivo, nonostante siamo persone di successo nel lavoro, ricche ed invidiate, viviamo di conflitti, contraddizioni e insoddisfazioni. Per questa ragione stiamo fallendo nella nostra vita.
Così, inseguire un successo nell'ambito del lavoro appare la sfida più grande della nostra esistenza, il traguardo da raggiungere a tutti i costi perché agli occhi della società, sei un fallito se non sei capace di ottenere un degno impiego.
Siamo continuamente spronati a cercare certezze nel materiale, educati a prevalere sugli altri per i nostri interessi. Non siamo pronti ad accogliere una visione di vita più semplice e genuina. Abbiamo perso il senso della vita, non l'abbiamo mai trovato o non è mai stata una nostra priorità cercarlo. Diciamoci la verità. A cosa puntiamo? A replicare i modelli di vita che la società ci propina come perfetti? Abbiamo paura di fare diversamente?
Siamo stati educati al lavoro come unico mezzo per ottenere quel che desideriamo e mai istruiti a comprendere l'essenza della vita. Se il nostro fine è distinguerci, ottenere la posizione lavorativa migliore, avere potere sugli altri, allora la nostra vita sarà un grande castello, vuoto.
Fino a qualche anno fa, ero convinto che fallire nel lavoro fosse uno degli avvenimenti peggiori nella vita.
Intendevo il fallimento come una macchia indelebile, una condizione perenne che avrebbe distrutto tutti gli sforzi passati. Per questo motivo, non esisteva altra via ammissibile che il successo lavorativo.
Avevo così incentrato la mia vita sul lavoro ed eliminato lentamente tutto il resto. Alcuni importanti risultati alimentavano in me la convinzione di poter riuscire. Dormivo poco perché anche il sonno rubava ore alle mie attività. Di raro celebravo dei momenti e non avevo tempo per me, tanto meno per gli altri. Avevo interrotto relazioni importanti e mi ero dimenticato di ciò che mi rendeva felice e spensierato. Eppure, ero convinto di vivere al massimo e proseguire nella giusta rotta.
Cosa mi spingeva a non concedermi tregue, a battermi e sbattermi tutto il giorno? Qual era la meta finale?
Se non hai dei chiari obiettivi da raggiungere, se non hai la capacità di essere oggettivo e critico e la volontà di dire basta, la ricerca del successo è una strada lunga, ripida ed insidiosa.
Puoi rimetterci la salute fisica e mentale sottoponendo il tuo corpo ad una condizione di stress lavorativo prolungato, rinunciando allo sport per mancanza di tempo e promuovendo la sfera del lavoro a discapito di tutte le altre. Puoi porre così tanta attenzione sulla tua attività lavorativa da giungere ad un disturbo ossessivo compulsivo, meglio noto come workaholism ed a maturare altri tipi di dipendenze.
Sottrai tempo ad attività e persone che potrebbero arricchire la tua vita e regalarti vere emozioni e, di conseguenza, comprometti le tue relazioni interpersonali perché hai troppo da fare, perché non sono nella lista delle tue priorità (sei focalizzato sui tuoi obiettivi e su te stesso) o le trovi perfino un ostacolo al raggiungimento del tuo traguardo.
A rischiare c'è anche la tua autostima. Nella maggior parte dei casi, gli eventi non vanno come ti aspetti e non sempre sei pronto ad accettarli. Potresti deprimerti a seguito di un fallimento e convincerti di non essere all'altezza delle tue aspettative o di quelle degli altri. Potresti temere il giudizio altrui o avere paura di deludere le persone a te care.
Contrariamente, potresti ostinarti a provare e riprovare perché vuoi dare un senso ai tuoi sforzi. Ed é allora che ti ritrovi in un limbo dove ti convinci che serva un ulteriore sacrificio per superare l'ostacolo.
Far carriera non è cosa da tutti. Non tutti sono in grado di costruire grandi cose nel lavoro senza distruggerne altre nella propria vita.
Credevo di vivere la vita al massimo inseguendo il sogno della carriera. Mi illudevo di costruire ogni giorno le fondamenta per una vita fantastica mentre, in realtà, distruggevo sistematicamente il mio presente e le mie certezze.
Non tutti ricordano il vero motivo per cui hanno sacrificato così a lungo il loro tempo e molti di loro non ne hanno mai avuto uno.
Hai fatto o fai tutto questo per qualcosa, ricordi cosa?
Volevi guadagnare soldi per comprare una casa per la tua futura famiglia. Hai accettato l'incarico perché avresti potuto permetterti quel viaggio intorno al mondo. Diventare il capo ti avrebbe permesso di promuovere le tue idee.
Quando dovevi, non ti sei fermato. Sei andato oltre. Hai trascurato il tuo partner e oggi ti ritrovi solo nella tua nuova casa. Hai i soldi per permetterti quel viaggio, ma non hai più tempo. Sei finalmente il capo, ma sei troppo stanco e senza più stimoli.
A volte guardiamo troppo oltre cercando cose che distano un passo da noi. Crediamo che il segreto della felicità stia in cima alla montagna, perché è impossibile che una cosa così preziosa sia alla portata di tutti.
In un mondo che ci spinge a desiderare sempre qualcosa in più, è difficile dare il giusto valore a ciò che si possiede o che, a fatica, si è ottenuto. Non ci basta più nulla, siamo dannatamente insoddisfatti.
Il sogno del successo nel lavoro è un sogno fragile, un sogno incompleto. Il successo fine a se stesso, è un sogno avaro ed egoista perché sottrae tempo alla tua vita e a quella delle persone a te vicine. Un giorno ti sarà evidente ciò che, inconsciamente, hai sempre saputo. Per questo, anche se hai ottenuto il titolo che desideravi, denaro e ricchezze o sei in grado di guadagnare quanto vuoi, potresti vivere in perenne conflitto. La felicità non si nasconde dietro le grandi ambizioni e ai grandi successi, ma nella capacità di rendere magiche le piccole cose.
Per quanti soldi o ricchezze tu possa guadagnare, pensi che tutto si possa comprare?
Sentiamo la necessità di costruire una vita invidiabile perché ci basiamo sul valore che la società dà alle cose. Non siamo capaci di valutare da soli e prendere posizione.
Sii sincero con te stesso. Ti sacrifici ogni giorno per quello che gli altri ritengono essere giusto e importante o per ciò a cui dai un vero valore?
La ricchezza economica non è garanzia di libertà e gioia se non impieghi il denaro e il potere che hai ottenuto per dare un impatto positivo alla tua vita o a quella di qualcuno altro. Che senso ha possedere ciò per cui gli altri ti invidiano che non aggiunge nessun valore alla tua esistenza? Vivi per te o per gli altri?
Su un'isola deserta, fuori dalle convenzioni e dal sistema, daresti tutt'altro valore alle cose. Quanta importanza avrebbero i tuoi titoli e le ricchezze che possiedi? Essi contano qualcosa perché la società dà loro un valore.
Pertanto, dai valore a ciò che ritieni importante. Guadagna il necessario e riacquista il tuo tempo. Vivilo. La vita è fatta di momenti ed emozioni. I soldi servono per darti maggiore tranquillità, ma soprattutto per regalarti delle esperienze uniche.
Quando nella vita scegli un percorso, chiediti dove quel percorso ti condurrà. É il luogo felice che cerchi?
Cosa manca oggi nella tua vita che un avanzamento di carriera lavorativa può darti?
Il lavoro non é l'unica prospettiva in una vita felice né l'unico modo per sentirsi appagati. Tieni sempre a mente che:
Non sei il tuo lavoro. Per questo motivo non etichettarti con il titolo che hai conseguito o la mansione che svolgi. Sei molto di più di ciò che fai per lavoro. Perché limitare te stesso per nasconderti dietro nomi comuni?
Il tuo lavoro deve essere un mezzo, non un fine, per conseguire un chiaro obiettivo (o modello) di vita che ti fa stare bene. È un punto di inizio nella tua vita, il sostegno per i tuoi sogni, non il traguardo finale, giusto?
Il lavoro non dovrebbe condizionare le tue scelte di vita, il posto dove vuoi vivere, la gente con cui vorresti stare, né compromettere il tuo benessere fisico e mentale.
Non credere che tutto dipenda dal lavoro, in primis la tua felicità.
Quello che vale è il tuo tempo, la tua vita. Niente altro.
Non concentrare tutte le tue energie, le tue speranze e il tuo tempo nella ricerca del successo lavorativo.
Non sacrificare la tua vita presente in nome di una possibile vita futura.
Non fare carriera perché é ciò che gli altri si aspettano da te. La vita è una: non vivere per appagare qualcun altro.
Quando intraprendi la strada della carriera, chiediti dove quel percorso ti condurrà.
La tua felicità non dipende unicamente dal realizzarti nel lavoro, ma da piccoli e grandi successi in tutte le sfere della vita.
Il lavoro non deve essere la priorità nella tua vita, né deve condizionare le tue scelte. Sei molto di più del tuo lavoro.
Non vivere per lavorare, ma lavora per vivere esperienze uniche ed ottenere tutto ciò che dà valore alla tua vita.
Tutto ciò a cui la società dà peso potrebbe non avere nessuna importanza nella tua vita. Dai priorità e valore a ciò che arricchisce concretamente la tua esistenza.
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Lavoro nel mondo digitale.
Negli ultimi otto anni ho intrapreso numerose sfide personali e imprenditoriali. Ogni giorno mi impegno affinché la mia quotidianità sia il riflesso del mio desiderio e non una passiva routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.
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