Articolo

Fallimento: come affrontarlo con successo

Autore della Pillola
Autore

A. Mangano

Non esiste persona che non abbia conosciuto il fallimento almeno una volta nella vita.

Perdere un anno scolastico, non superare un colloquio di lavoro, chiudere una relazione importante o dover abbandonare un’attività: sono esperienze che possono portare qualcuno a sentirsi fallito, o a vedersi così agli occhi degli altri.

In quei momenti, la delusione può farsi opprimente; ti senti smarrito, incapace di reagire. Quel progetto o obiettivo su cui avevi investito tanto non è andato come speravi, e ti chiedi: c’è davvero qualcosa che posso fare?

Anch'io ho conosciuto il fallimento più volte, sia sul lavoro sia nella vita personale. Ho avviato progetti imprenditoriali che non hanno portato i risultati sperati, non sempre sono riuscito a costruire relazioni solide e, per anni, mi sono sentito meno capace degli altri.

So bene cosa significhi attraversare quei giorni bui in cui tutto sembra insormontabile, e l’autostima vacilla. Il rischio è che questa condizione diventi una costante, trasformandosi in una prigione mentale che limita la tua capacità di evolvere.

Proprio per questo è fondamentale affrontare il fallimento con realismo e apertura. Non è l’opposto del successo, ma una sua parte amara e inevitabile. E spesso, è proprio da lì che si può costruire qualcosa di nuovo.

Sii onesto con te stesso

Alla fine di ogni battaglia, quello che resta è capire chi è ancora in piedi e chi no. E, dopo un fallimento, la domanda che conta davvero è: cosa ne hai tirato fuori? Cosa hai fatto bene? Dove invece hai sbagliato?

Dopo aver sbattuto contro un muro, la cosa più utile che puoi fare è prenderti un po' di tempo per mettere ordine nella tua testa. Questo è il momento in cui vai oltre l’istinto di incolpare qualcun altro o di ignorare l’errore, e ti chiedi, onestamente, che cosa è successo e cosa devi fare per uscirne. Forse scoprirai di aver lasciato delle cose in sospeso, di non aver gestito bene la situazione, o magari ti accorgerai che eri un po’ troppo sicuro di te.

Ecco la verità: il fallimento, per quanto fastidioso, ti lascia qualcosa che il successo non sempre ti dà. Ti dà la realtà, cruda e chiara. E una volta acquisita, quella consapevolezza ti resta dentro. È una specie di bussola interna che ti aiuta a muoverti con più lucidità, a fare piani migliori, e ad arrivare alla prossima meta con meno illusioni e più esperienza.

Chiunque può darti buoni consigli. Ma le lezioni più importanti arrivano solo dai tuoi passi falsi. E alla fine, sono quelle che ti fanno crescere davvero.

Assumiti una ragionevole dose di responsabilità

Quando cerchi di capire cosa è andato storto, la cosa più inutile che puoi fare è dare la colpa agli altri o cercare scuse che ti assolvano completamente. In qualche modo, sei sempre responsabile di quello che succede, anche quando scegli di restare a guardare la barca affondare. L'inerzia, il non agire, è una scelta, e anche questa ha le sue conseguenze.

Ammettere che avresti potuto fare di più richiede una buona dose di coraggio e, soprattutto, di umiltà. Ed è qui che le cose si fanno interessanti: riconoscere i tuoi errori, anche quando vorresti dare la colpa a qualcosa di esterno, è una delle cose più potenti che puoi fare.

Finché non accetti la tua parte di responsabilità, sei destinato a ripetere quei fallimenti.

Continuare a ignorare i tuoi sbagli è come camminare con gli occhi chiusi: prima o poi cadi.

Quando riesci ad ammettere i tuoi errori, non solo a te stesso ma anche agli altri, stai costruendo qualcosa di solido, qualcosa che non vacilla alla prima difficoltà. È una forma di forza interiore, un’accettazione radicale che ti permette di affrontare le sfide senza vivere nell'illusione.

Accetta il fallimento

Spesso non siamo disposti ad accettare che le cose possano andare in modo diverso da come le avevamo immaginate. Facciamo piani, ci impegniamo al massimo, e poi — bam! — ci troviamo comunque a fare i conti con il fallimento. La verità è che, non importa quanta cura e attenzione mettiamo in quello che facciamo, il controllo che abbiamo sulle cose è minimo.

Ogni volta che ti lanci in qualcosa, dovresti considerare l'ipotesi di fallire. Non perché non ti fidi di te stesso, ma perché il fallimento è sempre una possibilità, e far finta che non esista non ti rende più forte; ti rende solo più vulnerabile quando arriva. Accettare una sfida significa accettare il rischio di perderla, e questo è parte integrante del gioco.

Sbagliare è inevitabile, è come un capitolo che nessuno vuole leggere ma che racchiude sempre la migliore lezione. Se ci pensi, impariamo molto di più dai nostri errori che dai nostri successi. I successi ci fanno sentire bravi, ci gratificano, ma gli errori sono come uno specchio: ci costringono a vedere quello che cercavamo di ignorare e, spesso, ci mostrano esattamente dove dobbiamo migliorare.

Quindi, perché rifiutare questa possibilità? Senza fallimenti, il miglioramento è solo un’idea, non una realtà.

Affronta le cause del tuo fallimento senza paura, esamina quello che non ha funzionato e, invece di mollare, continua a provare. Col tempo, farai meglio, diventerai più forte e più esperto. E forse, il prossimo obiettivo sarà più vicino di quanto pensi.

Accettare il fallimento è un'attitudine da vincenti.

Alain Robert

Preserva la tua autostima e il coraggio

Il fallimento non è la fine del gioco, è solo una battuta d’arresto, una deviazione temporanea che, in molti casi, ti costringe a ricalibrare il percorso.

Quando qualcosa va storto, la tentazione è di abbandonare tutto, di buttare via anche quello che hai costruito con tanta fatica solo perché un pezzo è venuto meno. Ma ricorda: un intoppo non cancella tutto ciò che hai fatto fino a oggi. Mantieni chiara la visione di chi sei e degli obiettivi che hai scelto.

Invece di rimuginare sui risultati mancati, sposta il focus su ciò che puoi fare: fidati del tuo potenziale. Le capacità che ti hanno spinto ad avvicinarti a quell’obiettivo non sono svanite. Nessun fallimento può cancellarle. Quello che conta è il modo in cui reagisci, la tua prontezza a rimetterti in gioco.

In fondo, il fallimento non è altro che una prova del nove per capire quanto sei davvero legato a quello che vuoi ottenere. È come se la vita ti chiedesse: quanto ci tieni davvero?

La vera forza non sta nel non cadere mai, ma nella capacità di rialzarti e trovare un nuovo modo di arrivare là dove vuoi arrivare. È proprio questa capacità che definisce chi sei.

Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.

Sir Winston Churchill

Riconsidera i tuoi obiettivi

Il fallimento è una percezione profondamente personale. Ci sono persone che riescono a vedere il successo anche nei piccoli passi avanti, mentre altre si sentono sconfitte nonostante abbiano ottenuto risultati di grande valore, solo perché non hanno centrato ogni singolo obiettivo immaginato. Per alcuni, il successo sembra significare l’impossibile perfezione, il colpire in pieno ogni ambizione. Ma spesso, questa visione svela più che altro una tendenza a mettere l’asticella così in alto da rendere quasi inevitabile una sensazione di fallimento.

Sentirsi sconfitti è naturale quando i traguardi fissati sono sproporzionati rispetto alla propria esperienza, alle competenze attuali o al tempo realistico per realizzarli. Se pretendi di scalare una montagna intera al primo tentativo, senza allenamento e senza piani intermedi, è molto probabile che alla prima difficoltà ti sentirai frustrato e inadeguato.

La chiave, allora, è imparare a rivedere costantemente i tuoi obiettivi, aggiustando le tappe e considerando percorsi alternativi che ti permettano di progredire in modo più realistico e sostenibile. Prendi, ad esempio, il sogno di diventare il miglior tennista del mondo: il talento è solo l’inizio. Per costruire una carriera come atleta, devi allenarti fin da giovane, confrontarti con i migliori, affinare la tecnica e la resistenza, e imparare a gestire la pressione. Per raggiungere i vertici, dovrai dimostrare il tuo valore passo dopo passo: prima a livello nazionale, poi internazionale, vincendo un torneo alla volta.

Ogni obiettivo significativo richiede tempo, pazienza e una strategia che si sviluppa attraverso una serie di piccoli successi e inevitabili sconfitte. Se, nonostante tutti i tuoi sforzi, dovessi trovarti costretto a fermarti, non lasciare che il senso di fallimento ti blocchi. Guardati indietro, rifletti su tutto quello che hai imparato lungo il cammino e su cosa hai ancora da dare. Fallimento o successo, alla fine sono solo tappe di un percorso molto più ampio: quello di diventare la persona che vuoi essere.

Non temere il prossimo fallimento

Sei caduto una volta e, con grande fatica, sei riuscito a rialzarti. Ma ora sai cosa significa fallire, conosci il peso di quella delusione, e questo ti frena. Cominci a pensare che non valga la pena rischiare di nuovo, che sia meglio lasciare andare i sogni più ambiziosi, evitare obiettivi che sembrano fuori portata. La tua soluzione? Smettere di provarci, lasciare che l'inerzia faccia da scudo contro il rischio di fallire.

Ma fermati un attimo e rifletti: è davvero questa la vita che vuoi? Puoi davvero accontentarti di un'esistenza fatta di paura e rinunce?

Se continui a vivere all'ombra di ciò che temi, stai già perdendo qualcosa di fondamentale. Evitare il fallimento rifiutando ogni sfida significa, in fondo, rinunciare a vivere pienamente.

L'inerzia non è sicurezza; è una prigione invisibile. Ti convince che, evitando il rischio, eviterai anche la sofferenza, ma quello che ti offre in cambio è una vita piatta, lontana da ciò che desideri davvero. Nessuno ha mai raggiunto qualcosa di grande senza inciampare lungo la strada, senza farsi male e risollevarsi più e più volte.

Se vuoi ottenere qualcosa di significativo, dovrai accettare di poter commettere errori. Dovrai sfidare quella paura e andare avanti lo stesso. Ricorda, il fallimento non è il peggiore dei mali. Il vero fallimento è lasciare che la paura decida al posto tuo e vivere una vita lontana dai tuoi desideri e potenzialità.

Cogli la grande opportunità

Quando qualcuno si sente immerso in un senso di fallimento, è difficile convincerlo che non è la fine, che quella convinzione è solo un limite che si è autoimposto. Ma se ci pensi, quante volte hai superato una sfida che a suo tempo sembrava insormontabile? E quante volte, guardando indietro, ti sei chiesto come sia stato possibile considerarla così grande? Il fatto è che crescere significa proprio questo: imparare ad affrontare i colpi, e i fallimenti sono una componente fondamentale di questo processo.

Ricordi quella volta in cui eri convinto che non ce l’avresti fatta? Pensavi che fosse la fine del mondo, eppure eccoti qui, a raccontarla. Alti e bassi si alternano continuamente, a volte per nostre scelte, altre per fattori fuori dal nostro controllo. Ma il fallimento non è mai la fine; è una tappa inevitabile e, alla fine, indispensabile.

È proprio attraverso le cadute che impari dove sono i tuoi limiti, scopri parti di te che nemmeno sapevi esistessero e sviluppi capacità che non avresti mai esplorato altrimenti.

Ogni fallimento ti mette di fronte a ostacoli che ti spingono oltre, che ti costringono a cercare soluzioni che non avevi mai considerato. Ti obbliga a scoprire nuovi orizzonti, a crescere in modi che il successo da solo non potrebbe offrirti.

Il percorso verso qualsiasi obiettivo è pieno di insidie e trappole, e cadere fa parte del gioco.

È inutile cercare di tornare indietro e correggere il passato; ciò che conta è come affronti la prossima mossa.

La stagione del fallimento è il momento migliore per piantare i semi del successo.

Paramahansa Yogananda
Leggi anche:
© Riproduzione riservata - 17/06/2021
Autore della Pillola
Andrea Mangano

Negli ultimi dieci anni ho affrontato con passione diverse sfide personali e imprenditoriali, spinto dal desiderio di vivere con intenzione e non schiavo della routine. Miro ad essere sempre più padrone del mio tempo e consapevole delle mie scelte.

Sono l'autore delle Pillole di Consapevolezza, un progetto che incarna questo percorso di crescita e riflessione.